Fontana Giusti: «Renault Twingo sta per rinascere e sarà assolutamente innovativa»

Milano - In occasione delle celebrazioni per i 20 anni della Renault Twingo abbiamo parlato con Francesco Fontana Giusti, Direttore Comunicazione e Immagine di Renault Italia, che ci ha spiegato perché la piccola citycar francese è riuscita a lasciare un segno indelebile nella storia della Casa della Losanga.

La prima Renault Twingo arriva in un momento storico molto particolare. 

«Negli anni '90 arrivava Internet, i primi PC entravano nelle case seguiti dagli Apple, il cellulare diveniva un accessorio di massa così come il CD-Rom e la PlayStation. Avveniva quindi una vera rivoluzione digitale. Nel cinema arrivava la grafica computerizzata, con film rimasti nella storia come Jurassic Park, ma è un periodo molto fertile anche per la musica, con il nuovo genere Grunge che arrivava all'improvviso sulla scena musicale. Nell'area della moda era il momento di Claudia Schiffer e Naomi Campbell, mentre si sviluppava la cultura dello sport che introduceva oggetti anche molto tecnologici a partire dai rollerblades. Nel campo della mobilità vedevamo gli scooter prendere il posto dei più tradizionali ciclomotori, nei distributori arrivava la benzina verde e le macchinette self-service. Nel 1993 però avviene una grande rivoluzione anche nel mondo dell'auto con l'arrivo della Renault Twingo, una piccola monovolume capace di introdurre un nuovo concetto di mobilità».

Perché è stata un'auto così rivoluzionaria?

«Negli anni '90 questo progetto era davvero all'avanguardia. Compattissima, lunga solamente 3,4 m, la piccola Renault nasce con una sagoma a uovo e una linea unica che unisce il cofano al parabrezza. Completavano l'aspetto inconfondibile i famosi fari anteriori “a ranocchia”. Un design molto moderno per l'epoca. Quando un oggetto è riconoscibile, come la prima Twingo, significa che il suo design ha fatto centro. Twingo era la monovolume più piccola del mercato. All'epoca infatti le monovolume avevano dimensioni di 5 metri, pensiamo per esempio alla Chrysler Voyager. Twingo era piccola fuori, ma grande dentro. La capacità di carico poteva arrivare a 1.100 litri (abbattendo i sedili, ndr). La panchetta posteriore scorrevole era un altro punto di forza che regalava ai passeggeri posteriori uno spazio straordinario, per non parlare dei quattro schienali completamente abbattibili. La semplicità era la parola chiave di quest'auto, che aveva forme semplici ma innovative. Nella semplicità delle sue forme in realtà si ritrova una genialità resa possibile grazie all'efficacia dell'innovazione».

Perché la prima Twingo è stata così importante per definire l'identità del marchio Renault?

«Perché Twingo è la perfetta espressione dell'innovazione che esprime da sempre Renault in diversi campi. Noi di Renault abbiamo portato innovazione in Formula 1 ma anche nei Rally, abbiamo inventato le monovolume con l'Espace e poi abbiamo trasferito questo concetto per la prima volta su una citycar con Twingo».

La prima Twingo è stata un'auto di grande successo per Renault. Quanti esemplari sono stati venduti nel mondo? E in Italia?

«La prima Twingo ha catturato circa 2.500.000 clienti in 18 diversi Paesi. Teniamo presente che Twingo è stata una vettura principalmente europea, con la maggior parte delle unità che sono state vendute in Francia, Germania e Italia. Nel nostro Paese sono state vendute circa 300.000 Twingo dal 1993 al 2007».

Intorno alla piccola Twingo è nata una vera e propria passione, non è vero?

«Assolutamente sì. Il grande successo di Twingo si è presto trasformato in una vera passione, che ha dato vita addirittura a numerosi club di appassionati sparsi un po' in tutta Europa.»

Renault sta per scrivere un nuovo capitolo della storia di Twingo. Cosa ci riserva il futuro?

«Twingo sta per rinascere nuovamente come un'auto assolutamente innovativa (terza generazione, ndr), ispirata dall'originale Twin'Z concept e dalla pepatissima Twin'Run concept, un prototipo che monta un V6 a benzina 3.5 litri da 320 CV che incarna la passione automobilistica di Renault».