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PSA ed FCA si sono messe insieme da poco, ma è già quanto basta per dimenticare, grazie ai buoni risultati, anche i riferimenti economici del passato indipendente? Un tema non facile quello finanziario, per i non addetti ai lavori. Un tema che "comanda" sull'industria storica e, a sentire i commenti dei bilanci ufficiali, è roseo nel 2021 nonostante si vendano molte meno auto che in passato.
Eppure il nuovo grande gruppo fa i propri record, complice un riferimento 2020 (virtuale, data l’operatività comune solo da 2021) che conta i primi veri lockdown della storia e molti tecnicismi economici che qui non argomentiamo: utile netto da 13,4 miliardi di euro (triplicato) e ricavi netti 152 miliardi (+14%). Il tutto in sintonia con un forte piano di elettrificazione per ogni marchio del gruppo e con gli sforzi, oltre 30 miliardi da investire entro 2030, per divenire primi attori nel software automotive, abbandonando gradualmente certa meccanica delle emozioni che si alimenta con carburanti fossili per i giustamente pochi pianali modulari, omologhi e con spina per tutti i brand.
Azionisti non delusi, pare, con 3,3 miliardi di euro destinati ai dividendi. Non è certo tutto oro colato quel che luccica però, almeno sentendo gli umori di alcuni dipendenti coinvolti nella pesantissima e storica, quasi da libro di economia, ristrutturazione messa in moto da Carlos Tavares.
In mezzo c’è una pandemia, ci sono le ristrettezze di fornitura globale e di risorse tra i clienti di alcune aree geografiche. Ci sono anche le mutazioni di rapporto guida / proprietà. In questo mare mosso l’abile capitano, quel CEO messo al timone, non dimentica oggi che snocciola numeri buoni, tra cui una forte liquidità industriale disponibile (62,7 miliardi di euro) di ringraziare calorosamente i dipendenti. Di tutte le divisioni e i brand, anche per la loro diversità e il come le hanno gestite, certe inerzie e differenze.
In Stellantis fanno bene a connotarsi in qualche modo, anche parlando dei propri prodotti. Loro dicono LEV, per indicare i modelli con motorizzazione elettrificata in vario modo, a emissioni ridotte. Acronimo purtroppo inglese e un po’ troppo generico, ma che “ci sta” per rendere l’idea. Le vendite globali di LEV del gruppo sono 388.000 unità (+160%) con la prima posizione nei furgoni elettrici a batteria in EU30 e per gli USA il vanto di una Jeep Wrangler 4xe plug-in più venduta sul mercato retail.
In Europa, nei vari segmenti, sono le auto ex-PSA a dominare per volume di vendita. Le Peugeot 208 e 2008 svettano nei rispettivi segmenti. Come sempre il fronte dei commerciali non vede rivali, nel Vecchio continente: un terzo del venduto è Stellantis.
Tra le note positive segnalate nella giornata della finanza Stellantis, spazio anche per un marchio italiano: Maserati, che aumenta la quota di mercato globale sfiorando il 2,5% (grazie a Nord America e Cina). Poca gloria quindi per i nostri marchi del mito tricolore, salvo Fiat in America Latina, però hanno tutti importanti prospettive, nei piani futuri.del gruppo.
Venendo al poker di marchi fondamentali per FCA, ecco quanto ci dice Stellantis, per il presente e l’immediato futuro.
Fiat, siamo messi bene con la 500 elettrica nella nicchia dei BEV da città ed entro il 2027 tutte le Fiat saranno a batteria, in EU. Quest’anno arrivano nuovi Fiat Scudo e Ulysse, con l'onore di essere al primo modello Fiat con pianale comune Stellantis. Poi l'ancora privo di nome segmento B erede Grande Punto e Idea, formato Crossover.
Alfa, che ricordiamo è marchio premium quindi non potrà fare grandissimi numeri subito, complice la non facile metamorfosi, sarà 100% BEV nel 2027 e punta per ora su Tonale, come modello più popolare dal lancio.
Lancia, altrettanto premium, sarà 100% BEV nel 2026 ma sappiamo deve attendere oltre questi due anni, per darci novità inedite di cui abbiamo già parlato (tre in totale nel decennio).
Infine Maserati, che lancia la Grecale quest’anno e la GranTurismo nel 2023, accompagnata dal debutto in F.E per riqualificarne, o ravvivarne almeno, l'indole sportiva internazionalmente.