Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
La ART (Autorità di Regolazione dei Trasporti) ha pubblicato pochi giorni fa quello che sarà probabilmente il documento fondante per la futura mobilità elettrica: "Approvazione delle misure per la definizione degli schemi dei bandi relativi alle gare cui sono tenuti i concessionari autostradali per gli affidamenti dei servizi di ricarica dei veicoli elettrici. Nientemeno che le regole del gioco per mettere nelle aree di servizio autostradali dei punti di ricarica Fast.
Osservando la delibera, oltre che unirvi a me nel fare i complimenti agli estensori e al Presidente Nicola Zaccheo, vorrei che notaste le 5 (cinque) pagine di "visto... rilevato... considerato ... dato atto" eccetera che precedono le conclusioni.
Gli evidentemente necessari richiami all'intrico di leggi, regolamenti, enti responsabili, autorità la dicono lunga su come la burocrazia italiana sia oramai in uno stato di completo caos. Ci sono voluti due anni per venire a capo della matassa rispetto alla prima decisione di obbligare le aree di nuova costruzione o il rinnovo delle concessioni alla costruzione di colonnine di ricarica (11 luglio 2020).
Ma ovviamente, non finisce qui: ora ci saranno da indire i bandi, assegnare le concessioni, avviare le procedure per le autorizzazioni nazionali e locali. Forse i 13 anni di tempo che il nostro Paese si è dato prima di introdurre l'obbligo di vendita di sole auto elettriche saranno appena sufficienti. Non sarebbe il caso, come per le energie rinnovabili, di creare immediatamente una corsia preferenziale per questi progetti?