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Supponete di avere un’automobile che non consuma energia per i primi 50 chilometri di viaggio. Diciamo pure che vi fa risparmiare 5 Euro di combustibile al giorno, per ogni giorno che decidete di mettervi in movimento.
Supponiamo pure che ciò avvenga per 300 giorni all’anno: avrete risparmiato 1.500 Euro/anno. Ipotizzando infine che l’automobile duri 5 anni, il “risparmio” finale arriva a 7.500 Euro. Questo bilancio, molto approssimativo, puramente economico ed esageratamente favorevole alle cosiddette “vetture ibride”, indica che esse dovrebbero costare al massimo circa 7.500 Euro in più della equivalente vettura che utilizza i combustibili convenzionali.
Non è tutto oro ciò che luccica
Poi, ed ognuno degli interessati deve interrogarsi in proposito, c’è tutta quella serie di convenienze ed inconvenienti che possono valere moltissimo oppure nulla a seconda della personale valutazione. Il fatto che l’energia elettrica, ad esempio, non è esattamente gratuita; che ci vuole tanto tempo per la ricarica delle batterie dalla rete (infatti è consigliato farlo di notte); che le vetture hanno una massa considerevole; che ci sono delle agevolazioni fiscali; che con questo tipo di ibride si possono utilizzare le corsie “riservate” o si penetra nelle zone a traffico limitato; che il motore elettrico è particolarmente silenzioso; che a guidarle ci si diverte perché ci si sente come al centro di un videogioco; che non si inquina e che da fermi nel traffico si consuma poco.
Tutto ciò premesso, le automobili ibride sono accompagnate da una serie di dati tecnici (ufficiali!) che definire “falsi” è un eufemismo. (cioè etimologicamente un “parlarne bene”): si tratta dei dati ufficiali del consumo di combustibile (in genere benzina).
Se si fanno km in quantità ingente si torna a consumare
E’ evidente che se uno, per tutta la vita dell’automobile fa meno di 50 chilometri al giorno, con un litro di benzina fa un numero infinito di chilometri, perché viaggerà sempre “in elettrico”. Se invece in ogni viaggio fa numerose centinaia di chilometri, allora di benzina ne consumerà parecchia, anche in conseguenza della massa del veicolo (aumentata per via delle batterie e dei motori elettrici) totalizzando i “soliti” 10/15 chilometri con un litro.
La domanda è questa: è logico calcolare i consumi (ripeto: ufficiali) su pochi chilometri percorsi partendo con le batterie cariche? Ebbene, così si ottengono i tanto sbandierati 50 km/l che fanno sempre una buona impressione.
Bisognerebbe calcolare i cicli anche con le batterie scariche
Salvo poi, al lato pratico, creare delle delusioni o addirittura delle avversioni che fanno torto agli sforzi dei tecnici impegnati nella riduzione della dipendenza dal petrolio e dell’inquinamento atmosferico. Ma così stanno le cose: sembra impossibile che per i veicoli ibridi non si possa effettuare la ripetizione del ciclo (su cui ci sarebbe comunque molto da dire): una volta a batterie cariche (quello che si fa già) ed una volta a batterie scariche e pubblicare entrambi i valori.
“Le auto ibride in definitiva possono fare moltissimi chilometri, silenziosi, con un solo litro di benzina: basta che non ne facciano più di 50 per viaggio e che poi trovino dove ricaricare le batterie”
D’altronde la pubblicità si aggrappa talora ad appigli che fanno ridere, se non addirittura indispettiscono chi ha voglia di ragionare. “Comprate l’auto ibrida così l’autonomia passerà da 800 a 850 km”! Cosa pensano, che interessi un aumento di 50 km (che sono quelli “elettrici”) su un’auto che è già capace di farne 800, cioè di un quantitativo di chilometri che, di questi tempi, praticamente nessuno percorre in una giornata?
Ma allora se vogliamo inventare delle mirabilie si dovrebbero misurare le emissioni sonore (rumorosità) mentre l’automobile va col motore elettrico e magari equipaggiata con pneumatici semi-usurati: “comprate la vettura più silenziosa del mondo!”
Le auto ibride in definitiva possono fare moltissimi chilometri, silenziosi, con un solo litro di benzina: basta che non ne facciano più di 50 per viaggio e che poi trovino dove ricaricare le batterie. Qualche utilizzatore di questo genere esiste, specie se opera in ambito cittadino. Chi si sposta più lontano ricade, progressivamente, nelle consuetudini delle auto “normali” pur godendo della possibilità di recuperare energia durante le frenate.
Carlo Sidoli