Filosofia della tecnica: vale la pena comprare un ibrido? (parte 2)

Filosofia della tecnica: vale la pena comprare un ibrido? (parte 2)
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Numerose sfaccettature caratterizzano le auto ibride, soprattutto in termini di consumi. Ma in quali frangenti convengono e in quali no?
3 luglio 2014

Per auto "ibrida" ("bastarda") possiamo intendere un bel numero di varianti, tutte correlabili al fatto che esista un'alternativa nel sistema propulsivo. Se si vuole, anche l'auto a metano è ibrida: può alimentarsi col gas o con la benzina.

Il vantaggio dell'elettrico

Ma, nell'accezione più comune e recente, per auto ibrida si intende l'opportunità che una vettura possa viaggiare come un veicolo "normale" (con motore endotermico alimentato a benzina o gasolio) oppure come un veicolo "elettrico" (con motore elettrico alimentato dalle batterie). Il grande vantaggio della trazione elettrica sta nel rendimento elevato della "catena energetica" e nella possibilità di recuperare l'energia delle parti che debbano giocoforza rallentare di velocità; oltre che all'importante significato ecologico.

Perciò importa innanzitutto la fase di frenata, ma anche il calo dei giri del motore o il rallentamento degli organi di sovralimentazione (vedi la Formula Uno). Si dirà che qui sta iniziando un discorso oltremodo noioso e tecnicistico; alcuni danno un significato negativo a questo vocabolo.

Diritto di replica

Invece pare che questo discorso lo si debba fare perché quei lettori che, diversamente del sottoscritto hanno "molte idee e precise", lo esigono. Siccome però non è giusto che solo essi ne traggano profitto, mi permetto di sorvolare su certi aspetti e magari, al massimo dell'arbitrarietà, di esprimere idee assolutamente personali, lasciando il diritto di critica a chi lo vorrà esercitare.

Ho fatto notare che l'attuale capacità delle batterie più evolute ("al litio") equivale a due, tre o quattro litri di benzina, piuttosto ridotta a confronto di serbatoi che ne possono immagazzinare diverse decine di litri


L'automobile usuale, già reca a bordo la batteria (d'avviamento) ed il motorino (anch'esso d'avviamento) in grado comunque, se si avvia con una marcia innestata, di far avanzare il veicolo di qualche metro. Esagerando, essa è un'auto ibrida, e si può dire che tutti gli sviluppi successivi, dotati di elettronica e meccanica raffinate, hanno realizzato un incremento della capacità delle batterie per unità di peso ed un potenziamento del motorino elettrico, promosso a vero e proprio motore da trazione.

Così l'auto può procedere per certi tratti in "modalità elettrica", per altri col motore a scoppio e per altri con entrambi i propulsori in funzione in sequenza o in parallelo. E' mia personale convinzione (e anche di molti altri) che la possibilità di "fare il pieno" di energia elettrica attingendo dalla rete di distribuzione domestica o industriale, cioè col sistema "plug in", sia molto interessante e costituisca un'evoluzione cui, al momento, tutti i costruttori tendono.

L'antesignana

Prova ne è che la Toyota Prius, antesignana delle vetture "ibride", oggi offre la possibilità di allacciarsi con un cavo alla "presa" di corrente. Tutto propende ad una inversione di ruoli, dove l'automobile sia di base un'elettrica, con un motore a scoppio di supporto.

Ciò premesso, mi sono imprudentemente azzardato a considerare "ibrido di riferimento" questo tipo di veicolo moderno e di farne un bilancio economico. Ho fatto notare che l'attuale capacità delle batterie più evolute ("al litio") equivale a due, tre o quattro litri di benzina, piuttosto ridotta a confronto di serbatoi che ne possono immagazzinare diverse decine di litri.

Se i consumi standard si rilevano quando l'auto ibrida, a batterie piene, fa un piccolo giro, mi sembra una cosa poco logica. Tanto è vero che non conosco proprietari di veicoli ibridi che riescano, mediamente a percorrere i circa 50 km/l promessi

Ottima funzionalità per tratti ridotti

Ho anche evidenziato (bontà mia) che se uno fa meno di 50 chilometri al giorno può viaggiare tutta la vita solo "in elettrico", risparmiando quella che può essere la differenza di prezzo tra una vettura "normale" ed un "ibrido": 7.500 Euro.

Se la differenza è inferiore in linea teorica conviene l'ibrido, ma sempre con la condizionale di pochi chilometri per viaggio e molti piccoli trasferimenti all'anno. Per non ripetermi ed aggiungere invece una notizia interessante, dirò che le batterie "al litio" invecchiano e non durano (attualmente) molto oltre i 5 anni.

Infine, se i consumi standard si rilevano, come oggi, quando l'auto ibrida, a batterie piene, fa un piccolo giro, mi sembra una cosa poco logica. Tanto è vero che non conosco proprietari di veicoli ibridi che riescano, mediamente, su un bilancio di fine anno, a percorrere i circa 50 chilometri con un litro sbandierati dai Costruttori.

Adesso se qualcuno ha da criticare, lo prego di andare prima a documentarsi sulla teoria (matematica) degli infinitesimi di ordine superiore, per scoprire che essi vanno rigorosamente eliminati: come dire "tutto il resto è fuffa".

Carlo Sidoli

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