Filosofia della tecnica. Quando la strada diventa un bancomat

Filosofia della tecnica. Quando la strada diventa un bancomat
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Le Amministrazioni locali mettono a bilancio gli incassi di multe non ancora comminate. Come fanno a far quadrare i conti? Seminando trappole lungo le strade
15 gennaio 2015

Si può tranquillamente affermare che molte professioni, ed in particolare quella medica, campino sulle disgrazie altrui. Naturalmente è una battuta, un modo di dire irriverente nei riguardi di tanti operatori che alleviano le sofferenze dell’umanità. “Il dottor Knock, ovvero il trionfo della medicina” è la commedia di Jules Romains che illustra la fortunata carriera di un medico condotto che riesce a “far ammalare” (o piuttosto far credere di essere ammalati) quasi tutti i suoi affidati. Quello prima di lui li manteneva tutti sani e di conseguenza stentava a campare per mancanza di clienti.

Multe: finiscono a bilancio prima di essere prodotte

Tutti sanno che la realtà è ben diversa, che non ci sono luoghi dove tutti stanno continuamente bene e che le malattie arrivano sempre inevitabilmente, senza bisogno di inventarle o provocarle. Ma il contrasto tra la “missione” e i mezzucci per sbarcare il lunario è materia per riflessioni amare soprattutto quando per far soldi si vessa il prossimo inventandosi trappole e tagliole dove alla minima distrazione possa restarci impigliato. Le Amministrazioni che sovrintendono alla regolamentazione del traffico hanno in proposito una fantasia molto fervida ed alcune, se non tutte, sulla scia dell’esperienza maturata negli anni passati, iscrivono già a bilancio preventivo le entrate da sanzioni (multe) non ancora comminate, come ha rilevato un recente studio del Censis (“Gli italiani e l’auto” del 2014).

semaforo giallo (1)
Spesso il giallo viene mantenuto per pochissimi secondi (è possibile anche solo fino a 3 secondi!). Poi la telecamera può già scattare la fotografia

 

Guai se gli automobilisti rispettassero alla perfezione le regole; se ne dovrebbero inventare di nuove così astruse che qualche malcapitato ci cascasse per forza. Oppure aumentare altri tipi di imposta, spesso già intollerabili. Tra gli esempi di trappole ricordiamo i semafori videosorvegliati con tempistica della sequenza verde-giallo-rosso fisicamente (cioè secondo le leggi della fisica) non rispettabile. Sono note le sentenze della Magistratura contro certe municipalità in proposito. La prima regola nella gestione del traffico è, naturalmente e necessariamente, la sicurezza, la seconda è la regolarità dei flussi di circolazione e la terza sembra essere “fare soldi a prescindere” e per questo si “affitta” il territorio (soste a pagamento) e magari si inventano i trabocchetti.

Come aumentare le entrate? Giocando a poker

Purtroppo è dato di constatare che quando la terza regola funziona alla grande è più comodo stare alla cassa ed in pratica trascurare le prime due e più essenziali funzioni. Un sistemuccio mica male per aumentare le entrate a spese degli automobilisti è quello del “ricattino” alla “lascia o raddoppia” o anche alla “partita di poker”. Ti contesto una infrazione: nel tal posto alla tal ora del tal giorno hai fatto questo e quello e ti comunico la sanzione. Se paghi subito è un “tot”, se paghi dopo o contesti e ti va male, è “il doppio di tot”. Che fai “vedi” o “lasci”?

Il rilevamento tramite telecamera o comunque senza contestazione immediata lascia sempre qualche dubbio nel malcapitato automobilista

 

Il malcapitato è in imbarazzo: anche ricostruire le circostanze (magari andando sul luogo del fatto per osservare la segnaletica), reperire testimonianze, stendere, facendosi aiutare, la memoria difensiva e andare per le lunghe ha un costo; allora quasi quasi “lascia”, paga il “tot” e abbandona l’impresa, non senza qualche cattivo pensiero all’indirizzo di chi sa lui. Anche la storia di piazzare postazioni “autovelox” finte si presta a qualche osservazione curiosa. Esse servono inizialmente a rallentare gli automobilisti indisciplinati. Poi, quando si constata la loro inefficienza e si sparge la voce che sono finti, le velocità crescono fino ad eccedere notevolmente i limiti. E allora si posiziona un autovelox vero e si fa un buon raccolto. Nel gergo dei pescatori si parlerebbe di un sistema per “pasturare” i pesci. Beninteso tutto è fatto nella legalità ma non certo in modo simpatico o indulgente.

 

Il rilevamento tramite telecamera o comunque senza contestazione immediata lascia sempre qualche dubbio nel malcapitato automobilista. Soprattutto (e questo è grave) lascia che un guidatore scorretto o imprudente (si pensi ai motociclisti senza casco) non muti atteggiamento né in quella giornata né nelle successive perpetuando le occasioni di pericolo. Forse si metterà in regola dopo aver ricevuto a casa la multa o più multe, se passa diverso tempo.

 

Carlo Sidoli

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