Filosofia della tecnica: le invenzioni più stupide del mondo

Filosofia della tecnica: le invenzioni più stupide del mondo
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Molte le invenzioni stupide o inutili che si sono avvicendate nel corso degli anni. Eccone una breve carrellata
10 luglio 2014

Ci sono classifiche autorevoli ed aggiornate in proposito, ma le “invenzioni più stupide del mondo” non possono essere prese alla leggera, senza conoscerne il contesto e la loro distinzione tra quelle inutili e quelle dannose.

Tantissimi gli esempi

Un esempio: all’inventore del DDT (diclorodifeniltricloroetano), Paul Hermann Mueller, fu assegnato il premio Nobel nel 1948 e poi lo stesso fu crocifisso dalla scienza e dall’opinione pubblica per i danni derivanti dal “fissaggio” dei veleni nella catena alimentare, con conseguenti pericoli di insorgenze tumorali negli esseri umani.

Però, appena dopo la seconda guerra mondiale, vi erano ecatombi causate dalla malaria, e le zanzare furono sterminate proprio grazie al DDT. Oggi se ne riconosce l’efficacia e, con molte precauzioni, esso trova ancora applicazioni pratiche.

Nel mondo delle auto

In campo automobilistico, per via dei controlli efficaci e rigorosi cui vengono sottoposte, le invenzioni inutili sono solitamente confinate nei registri dei brevetti e raramente arrivano a bordo dei veicoli di serie. Se vi arrivano ci restano per brevissimo tempo.

La Ford, meno di venti di anni orsono, presentò un ingegnoso sistema meccanico di ABS, basato sul fatto che le ruote stesse mettevano in pressione un circuito ad olio il quale, tramite un sistema di valvole, percepiva il bloccaggio “liberando” il freno della ruota in crisi.

Si dimostrò un sistema inutile ed un po’ pericoloso per peso e scarsa efficacia e venne subito abbandonato: era l’estremo tentativo di competere con la meccanica contro l’elettronica, una battaglia già persa in partenza in un campo specifico come il controllo del pattinamento in frenata. Un’area ambigua, dove certe “invenzioni” trovano sbocco sul mercato, è quella degli accessori miracolistici dove veramente più che di stupidità (se non quella di chi si fida e compra) si può parlare tranquillamente di raggiro.

Strani individui carpiscono la buona fede dei potenziali clienti sempre partendo dal concetto che la soluzione ai problemi è semplice, ma ostacolata da “complotti” che le impediscono di emergere

Approfittarsi della buona fede

Strani individui carpiscono la buona fede dei potenziali clienti sempre partendo dal concetto che la soluzione ai problemi è semplice, ma ostacolata da “complotti” che le impediscono di emergere. Un tempo si vendevano intrugli o non meglio precisati induttori elettromagnetici che facevano risparmiare combustibile, come “inequivocabilmente” dimostrato da “laboratori di prova” con tanto di documentazione allegata.

Le istruzioni precisavano che prima dell’applicazione era opportuno fare una revisione del motore (carburazione e accensione) e controllare la corretta pressione dei pneumatici. Poi si poteva mettere in funzione l’accessorio: il miglioramento era evidente ma non certo grazie al prodotto miracoloso. Però c’era chi lo credeva e diventava persino un ambasciatore di fregature, e buon per lui.

Stessa storia quando nacque la necessità di ridurre le emissioni. Ci fu chi vendeva inefficaci quanto misteriosi aggeggi da piazzare nel serbatoio o speciali cilindretti da avvolgere sui tubi di alimentazione capaci di “orientare le molecole” della benzina o del gasolio in modo che dallo scarico sarebbero usciti solo anidride carbonica e vapore d’acqua, gas innocui per la salute.

Ci cascarono in tanti, i creduloni e quelli assolutamente digiuni di concetti probabilistici i quali, credendo con le evidenze di un paio di prove malfatte, di aver ottenuto risultati certi e ripetibili, ne comprarono degli stock interi per il parco veicoli di importanti società.

Carlo Sidoli

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