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Le automobili di insuccesso sono numerosissime e praticamente nessuna Casa costruttrice è riuscita a sfuggire alle classifiche stilate in proposito. Nel mondo di lingua inglese è un divertimento consultare e aggiornare gli elenchi dei “flop” (tonfi, insuccessi) quasi tutti basati sui disastri commerciali di modelli previsti di grande diffusione e poi naufragati nel disinteresse generale.
Quando si fanno i conti con la sfortuna
Ci sono classifiche per “l’auto peggiore degli ultimi 100 anni” o addirittura “del millennio”, tanto per esagerare spaziando nel tempo. Il lato commerciale negativo, che ha come conseguenza i piazzali colmi di auto invendute, deriva da parecchie ragioni, che partono da un prezzo di vendita troppo elevato rispetto alla qualità percepita dai clienti e passano attraverso una serie di concause che coinvolgono errori di progetto, pubblicità e “lanci” non accattivanti, ed includono anche anche una buona dose di sfortuna.
Un tipico esempio di fallimento prevedibile e catastrofico fu quello che vide protagonista l’Alfa Romeo (azienda IRI, all’epoca) quando decise di realizzare e mettere in commercio una vettura sbagliata da tutti i punti di vista sopra elencati: prezzo, progetto, marketing ecc. Si tratta del modello Arna (Alfa Romeo Nissan Auto) con meccanica Alfasud e carrozzeria Nissan “Pulsar”, prodotta a Pratola Serra (AV) su cui, col senno di poi ma anche con quello di allora, nessuno avrebbe scommesso una lira.
“Ci sono classifiche per “l’auto peggiore degli ultimi 100 anni” o addirittura “del millennio”, tanto per esagerare spaziando nel tempo. Il lato commerciale negativo, che ha come conseguenza i piazzali colmi di auto invendute, deriva da parecchie ragioni”
Pensare che avrebbe dovuto rivaleggiare con la VW Golf che, seppure con mille variazioni, è ancora oggi sul mercato a oltre trent’anni di distanza! L’Arna la comprarono in pochi, l’Alfa Romeo la comprò la Fiat, e le cose da allora stanno così.
Flop... nel tempo
Da questo insuccesso prevedibile, per restare alla stessa epoca e agli stessi protagonisti italiani, passiamo a considerare un altro tipo di negatività, legata ai difetti che emergono con l’uso e che determinano il “flop” per scarsa affidabilità, riscontrabile solo a distanza di tempo.
Vetture all’inizio se ne vendono, tutto pare filare liscio, ma poi i clienti (quasi tutti) riscontrano alcuni difetti che li fanno disaffezionare; prima si odia il modello e poi tutta la Marca, con conseguenze addirittura peggiori del caso di mancata vendita.
Proprio il modello Alfasud ne ha sofferto: una vettura dalla linea piacevole e innovativa, dalle prestazioni brillanti, dalla tecnica raffinata (motore boxer), dal comportamento apprezzabile (pur con alcune forzature nell’assetto), rovinata dal precoce arrugginimento della carrozzeria.
Prevenire i richiami
Tutte, proprio tutte, ne sono andate soggette e, per rimediare, l’Alfa Romeo ha voltato pagina e si è andata a cacciare nel pasticcio Arna, che forse aveva la carrozzeria che non arrugginiva. Il temibilissimo crollo commerciale per scarsa affidabilità ha indotto le Case costruttrici a concentrarsi oggi, oltre che sul miglioramento della fabbricazione e con mille prove esasperate di verifica, su una tecnica commerciale di prevenzione ed intervento che ha il punto focale nei cosiddetti “recall” (richiami).
Il richiamo, che praticamente previene i possibili guasti di affidabilità, non turba gli automobilisti più di tanto, né li lascia “a terra” perché trovano l’auto di sostituzione; le Case lo utilizzano anche per tranquillizzare i clienti, che si sentono seguiti e protetti per tutta la vita della loro vettura.
Carlo Sidoli