Filosofia della tecnica. La storia dell'automobile attraverso...

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Praticamente tutti i componenti dell’automobile sono stati oggetto di una continua evoluzione fin dall’inizio della motorizzazione. Ecco cosa è cambiato e come
16 ottobre 2014

Praticamente tutti i componenti dell’automobile sono stati oggetto di una continua evoluzione fin dall’inizio della motorizzazione. Restano i princìpi che sono quelli di mobilità, sicurezza, economia, ecologia, affidabilità, confort e capacità di carico, ma cambiano, cioè evolvono, i sistemi per metterli in pratica.

Tecnologia che cambia

Così alcuni particolari, come per esempio lo spinterogeno, incaricato di generare l’accensione nei motori a benzina, e di distribuirla se vi sono più cilindri, è diventato sempre più sofisticato fino a scomparire sostituito dall’elettronica, che è il killer più recente di numerosi altri dispositivi elettromeccanici. Ma poiché il cervello può guidare ma non sostituire i muscoli, altri particolari non sono arrivati all’estinzione o alla collocazione definitiva nei musei, bensì restano trascinati dalla corrente del fiume evolutivo.

Di conseguenza un ipotetico e moderno Sherlock Holmes che volesse risalire, per certe sue indagini, agli anni di produzione di un’automobile, avrebbe vita facile se solo fosse in possesso di un particolare, come ad esempio una ruota. Ma anche molto meno: un cerchione. Ed ancora meno: una valvola di gonfiaggio o addirittura il solo tappino di una valvola. E’ affascinate considerare (e molti ne hanno scritto in proposito) i temi generali dell’evoluzione stilistica, che legano i cambiamenti alle mode, ai gusti, alla creatività artistica alle mutazioni di esigenze e anche a puri e semplici capricci; oggi anche alle nostalgie, se consideriamo alcune fortunate “riedizioni” di modelli classici di cui forse la Mini è l’esempio più conosciuto: immediatamente individuabile come automobile nata dalla genialità di Alexander (Alec) Issigonis.

Poiché il cervello può guidare ma non sostituire i muscoli, altri particolari non sono arrivati all’estinzione o alla collocazione definitiva nei musei, bensì restano trascinati dalla corrente del fiume evolutivo

Grandi classici

Salvo poi stupirsi quando viene affiancata all’originale, del 1959, e la si trova diversa in molti particolari, a partire dalle dimensioni. In casa Fiat c’è il fenomeno analogo della nuova 500 che cambia tutto, anche concettualmente, ma  resta saldamente vincolata alla mitica auto del 1957. Alcune soluzioni tecniche parevano definitivamente dismesse ed invece oggi godono di nuova vita, come la trazione elettrica. Lo stesso potrebbe accadere per le “quattro ruote sterzanti” che godettero di una certa popolarità negli anni ’80 e ’90 per poi andare nel dimenticatoio (eccetto che per qualche eclettico e prestigioso Costruttore).

Accanto agli elementi che hanno esaurito il loro ciclo vitale (come appunto lo spinterogeno) ce ne sono altri che sono nati da non molto e sono di grande attualità: in una breve vita hanno perfezionato così tanto il loro funzionamento da essere ormai alla quarta, quinta generazione ed oltre (ogni generazione corrisponde a un nuovo brevetto). Il sistema antibloccaggio in frenata ABS è alla nona generazione e dal 1978 si è via via arricchito di funzioni sempre più sofisticate e si è ridotto di peso e di dimensioni; oggi va anche sulle motociclette. L’ABS non si occupa più solamente di coadiuvare la frenata ma, agendo sempre sui freni e corredandosi di un’elettronica molto raffinata, è parte integrante e principale degli impianti contro il pattinamento in accelerazione, nei sistemi a quattro ruote motrici e nel controllo della stabilità.

Carlo Sidoli

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