Filosofia della tecnica. L'automobile e gli animali

Filosofia della tecnica. L'automobile e gli animali
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Gli animali e i veicoli vivono un rapporto molto complesso che per essere regolato necessita di grande attenzione
27 marzo 2014

Non parliamo di come trasportare gli animali in auto, su cui esistono leggi e convenienze assai precise. Parliamo, per ora, del sentimento di simpatia o antipatia che l’animale nutre nei riguardi delle automobili.

Viene subito da distinguere tra i cani e il resto del genere animale. I cani fanno (è vero), a mo’ di firma, la pipì sui cerchioni, ma per il resto vivono nella imitazione e nel tentativo di capire i desideri dei padroni, e se a questi piace andare in auto piacerà anche a loro.

Il cane vive l'automobile con interesse e la difende

Si sentono orgogliosi di seguire e condividere l’esperienza del capo, fino al limite di soffrire il mal d’auto, come certi esseri umani. Considerano la vettura come una proprietà da difendere e con certi cani a bordo è persino inutile inserire l’antifurto.

E’ bene ricordare che gli animali in viaggio non usano le cinture di sicurezza e non hanno air bag e perciò l’andatura deve tener conto della loro incolumità di esseri soggeti alle pericolose e (soprattutto per loro) imprevedibili forze d’inerzia.

Andiamo a farci un giro?

A parte le scimmie dei cartoni animati, e forse anche quelle vere, è assai raro che altri animali, anche domestici, come gatti e uccelli, sentano la voglia di un bel giro in macchina o vi si indirizzino col desiderio di essere trasportati. Taluni piccoli esseri, tra cui i gatti, amano rannicchiarsi nei luoghi caldi, ad esempio nelle zone prossime al motore di un’auto arrivata da poco.

E’ bene non ripartire “a razzo” per dar loro il modo di allontanarsi appena prima che il veicolo si metta in movimento. I fuoristrada dei safari fotografici (e non) destano più che altro curiosità o indifferenza nei grandi animali in libertà che si lasciano anche avvicinare.

E’ bene ricordare che gli animali in viaggio non usano le cinture di sicurezza e non hanno air bag e perciò l’andatura deve tener conto della loro incolumità di esseri soggeti alle pericolose e imprevedibili forze d’inerzia

Coerenza?

Per informazioni chiedere al Re di Spagna Juan Carlos, presidente onorario del WWF iberico e noto stragista di elefanti, alla faccia della coerenza. Il poverino però ha chiesto scusa, ha promesso di non farlo più, perché infierire? Per tornare dalle nostre parti non sono rari gli incidenti tra veicoli e fauna, specialmente con l’oscurità.

Ma anche con la luce, l’azione sapiente della natura, che li protegge mimetizzandoli, gioca a loro sfavore nascondendoli alla vista degli umani. Siano rane o caprioli o cervi o altro, l’automobilista coinvolto usa dire “stavo viaggiando e l’animale mi ha attraversato improvvisamente la strada”.

Questione di precedenze

Ma qui sta l’errore; chi ha la precedenza a ben vedere? Riflettiamo che nella quasi totalità dei casi (le uniche eccezioni sono proprio gli animali domestici, spesso imprevedibili nei cambi di direzione improvvisi) è il veicolo ad attraversare la strada dell’animale.

Da secoli, se non millenni, le rane, i cervi, i caprioli e gli altri seguono quel sentiero che si è cementato nella loro memoria e che ne regola la sopravvivenza. Poi un “bel” giorno vi si è costruita una strada in mezzo, e siamo noi con i nostri veicoli ad “attraversare improvvisamente la loro strada”: occorre dare la precedenza prestando grande attenzione, come opportunamente indicano i cartelli.

Del resto il contatto con un animale di stazza robusta, che in genere perde la vita, non lascia incolumi neppure gli automobilisti, sia per la botta, sia per la tendenza ad uscire di strada.

Carlo Sidoli

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