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E’ un titolo che vale uno scongiuro. Dopo il recente infortunio abbiamo subito augurato a Jules Bianchi di riprendere una vita perlomeno normale, anche se lontano dalla Formula Uno. E’ da supporre che questo tipo di gare non cesseranno con l’ultimo grave episodio del Gran Premio del Giappone, ma speriamo che sia l’occasione per una revisione del regolamento per certi versi esasperato nelle specifiche tecniche e per altri versi approssimativo in quelle della sicurezza.
Proprio in questa circostanza molti hanno ricordato i grandi progressi finalizzati a ridurre le occasioni e le conseguenze degli incidenti. Però quello che è successo mette ben in evidenza pregi e lacune dell’attuale normativa sulla sicurezza. L’episodio del pilota Adrian Sutil, che va a sbattere con la sua Sauber quasi a 90° contro le barriere e che, tutto sommato, se la cava col minimo dei danni è una dimostrazione di efficienza. Lo schianto di Bianchi nello stesso punto contro una gru sopraggiunta per rimuovere l’auto danneggiata è l’altra faccia della medaglia perché, per quanto se ne dica, c’è una falla nel regolamento e questa disgraziata circostanza lo ha messo molto in evidenza.
Un regolamento da rivedere
E’ ben vero che la Direzione di Gara è chiamata a decidere e talora, come a Suzuka, può aver sbagliato a far partire o proseguire una gara ad alto rischio per via della pioggia tifonica. Però, una volta dato inizio alla competizione, dovrebbe essere l’osservanza del regolamento a garantire la sicurezza dei piloti e degli addetti. E allora un regolamento che con la pista bagnata si preoccupa solo delle gomme ma non della gestione della gara, soprattutto in caso di incidente, è un regolamento imperfetto, da rivedere, da cambiare, da integrare.
Dall'asciutto al bagnato. Regola imperfetta
Le bandiere gialle sventolate per far rallentare i concorrenti ed impedire i sorpassi quando sono in corso le operazioni di rimozione di una macchina incidentata possono essere sufficienti con pista asciutta e buona visibilità; non lo sono in caso di pioggia. In altri termini, trasferire le procedure di sicurezza dall’asciutto (che sono le condizioni “normali”) al bagnato è una regola molto imperfetta; semmai la prudenza doveva suggerire il percorso inverso. Quando una monoposto schizza fuori strada per perdita di aderenza dovuta alla perdita del contatto tra l’asfalto e il battistrada dei pneumatici, nulla impedisce, anzi è molto probabile, che la cosa si ripeterà anche per altri concorrenti nel medesimo punto.
Ecco perché la gara va immediatamente “congelata” cioè sospesa, rallentata a livello di andatura turistica. Così si possono fare intervenire i mezzi di soccorso e ripristinare le condizioni di sicurezza per la ripresa della competizione. La corsa può anche essere spezzata in due o più tronconi, ove si tenesse conto dei distacchi (in secondi) rilevati all’ultimo passaggio dal traguardo; come si trattasse di diverse “manche”. Sull’asciutto ed in buone condizioni di visibilità si è riscontrato che il rallentamento della gara (segnalato con bandiere gialle) e l’utilizzo della “pace car” possono consentire soccorsi e rimozioni tempestivi e senza rischi, ma sul bagnato assolutamente no.
A Suzuka un’auto, quella di Sutil, è uscita di strada; si sono sventolate le insufficienti bandiere gialle e si è intervenuti con un carro gru a rimuovere il rottame della Subaru. Il pilota Bianchi, pur rallentato, è uscito con la Marussia nello stesso punto e ha impattato contro il mezzo di rimozione, perché l’acqua sull’asfalto non conosce proporzionalità: superata una certa velocità, peraltro molto bassa, tutte le vetture se ne vanno per la tangente.
Precauzioni collegate a parametri misurabili
Adesso è in corso l’analisi approfondita del fatto e si prenderanno le contromisure necessarie, almeno si spera. Ma non si può fare a meno di chiedersi come mai non ci siano nel regolamento quelle precauzioni che possono essere collegate a parametri misurabili, come il livello di precipitazione e la trasparenza della visibilità. Infine tutti i piloti hanno un collegamento radio con il quale potrebbero essere avvisati tempestivamente dell’interruzione della gara e della necessità di procedere a bassissima velocità.
Carlo Sidoli