Filosofia della tecnica. Il Circo della F1 cerca clown

Filosofia della tecnica. Il Circo della F1 cerca clown
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Ora che siamo al termine del campionato di F1 2016, tra i più noiosi e soporiferi degli ultimi anni, fa notizia la dichiarazione del patron Ecclestone, il quale afferma espressamente di tifare per Hamilton: l’unico pilota ancora in grado di superare nella classifica finale Rosberg, suo compagno di squadra
19 novembre 2016

Se Ecclestone fosse tipo da chiedere consigli, molti gli direbbero di mostrarsi più prudente, perché nella sua posizione è più saggio mantenersi “super partes”; soprattutto egli poteva evitare di spiegare il motivo della sua preferenza.
Infatti Bernie “tifa” Hamilton non tanto per la bravura e i meriti indubbi del pilota inglese, quanto per il suo “essere personaggio”, molto più di Rosberg, considerato “non utile alla Formula Uno”.

Allora è proprio vero che (almeno per Bernie) quello della Formula Uno è un “Circus” dove è importante fare spettacolo dentro e fuori dalla pista. Nico Rosberg, tedesco, figlio del finlandese Keke (campione del mondo F1 nel 1982), giovanotto simpatico che parla correntemente cinque lingue (tedesco, inglese, italiano, francese e spagnolo), velocissimo in gara, pieno di allori sportivi, ha il torto di “non essere personaggio”; e ciò detto da uno che sicuramente personaggio lo è, ma in modo perlomeno discutibile. Si conferma dunque che il ricchissimo, ultraottantenne “boss” (è del 1930), Commendatore del Principato di Monaco, non perde occasione per dire quello che pensa non solo nell’ambito delle sue competenze ma anche in politica e più in generale sul genere umano e sui massimi sistemi. Sono note le sue esternazioni, dove ha manifestato stima e simpatia per personaggi “forti”, non solo come il leader russo Vladimir Putin (definito “l’uomo perfetto”), ma anche per i “trapassati” e discutibili Adolf Hitler e Saddam Hussein (per dirne due), almeno fino al punto in cui “seppero tenere in mano la situazione”, per finire con la simpatia per i Talebani.
I rapporti col genere femminile ben si riassumono citando che egli considera le donne alla stregua di “elettrodomestici”; piuttosto cari (e anche molto intelligenti), visto che i suoi due divorzi gli sono costati centinaia di milioni di sterline. La moglie attuale, la modella brasiliana Fabiana Flosi, ha 46 anni meno di lui, che la sposò ottantunenne.


 

Mario Andreatti si limita a considerare, sul piano della personale esperienza, che finora ha assistito solo a delle eccezioni. Tra queste, la nostra compianta Lella Lombardi

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Ma per tornare ad argomenti sportivi, Bernie non ha mancato di riaffermare recentemente che le donne non hanno uno spazio nella F1 a livello piloti. Una questione dibattuta da tempo che trova anche l’ex campione mondiale italoamericano Mario Andretti tra gli scettici, seppure su un tono assai più elegante, nel senso che sarebbe pronto a cambiare idea se qualche rappresentante del “gentil sesso” dimostrasse il contrario. Mario si limita a considerare, sul piano della personale esperienza, che finora ha assistito solo a delle eccezioni. Tra queste, la nostra compianta Lella Lombardi, unica donna a essere andata a punti nei campionati di Formula Uno. Le affermazioni di Ecclestone e di Andretti non hanno mancato di suscitare le lagnanze di “Cha Cha” Shirley Muldowney, expilota di Dragsters, vincitrice di tre campionati USA e di 18 titoli, una donna che ha certamente primeggiato tra gli uomini, ma comunque un’eccezione (della sua carriera è stato fatto anche un film: “Heart like a wheel”).

Come eccezione lo fu la minuscola aviatrice tedesca Hanna Reitsch, fervente nazista, collaudatrice di missili sperimentali “V1” e protagonista dello spericolato atterraggio in centro a Berlino a fine aprile 1945, sotto attacco russo, per portare in salvo Hitler (che rifiutò). Certamente oggi, visto che abbiamo “pilotesse” che conducono aeroplani a reazione e che vanno nello spazio come astronaute, se appena appena guidare una monoposto in una gara di F1 diventasse meno massacrante dal punto di vista fisico, parecchie donne saprebbero emergere anche nel “Circo” di Ecclestone. Il quale dovrebbe rallegrarsene perché lo spettacolo, dentro e fuori dagli autodromi, non avrebbe che da trarne giovamento; ma è difficile che cambi idea.

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