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Ci sono diversi modi per farsi un’opinione. Alcuni impulsivi, altri meditati; si potrebbe dire che i primi sono ingenui o infantili o anche animaleschi e i secondi sono maturi e stanno alla base di una conoscenza effettiva delle cose. Eppure molti di noi, seppure adulti, esprimono giudizi avventati, basati su osservazioni istantanee e magari se ne vantano: “la prima impressione è quella che vale”.
La teoria delle misure
In campo scientifico, o anche solo tecnico, non è così e c’è una disciplina in proposito che va sotto il titolo di “Teoria e pratica delle misure”. Si può dire che la ragionevolezza di un’opinione è conseguenza di tutta una serie di osservazioni ripetute e verificate in circostanze diverse. Ciò dovrebbe valere anche nella pratica abituale. Ci sono individui che hanno visitato un determinato luogo in un giorno di pioggia e ripetono a tutti che colà piove sempre. Altri per un furtarello occasionale qualificano un’intera popolazione come una banda di ladri.
Ricordo una piacevole trasmissione televisiva degli anni '70 intitolata “Vado a vedere il mondo, capisco tutto e torno” dove alcuni turisti sprovveduti erano, appunto, vittime di avventure stravaganti perché le opinioni stereotipate di cui erano in possesso non coincidevano poi con la realtà delle cose. Totò e Peppino vengono a Milano in agosto impellicciati e col colbacco (dal film “Totò, Peppino a la malafemmina”), convinti di trovare la nebbia, su informazione di un compaesano che c’era stato d’inverno. Dire che un litro d’acqua pesa un chilo va abbastanza bene per quanto può interessare la vita di tutti i giorni, ma più correttamente uno scrupoloso direbbe che “un litro d’acqua pura ha la massa di un chilogrammo quando si trova alla temperatura di 4 gradi centigradi”.
La dilatazione termica
E, del resto, quando vi dessero della benzina calda avreste un “pieno” assai meno ricco di energia di quello che fate abitualmente a temperatura ambiente: stesso volume, ma massa assai più leggera col caldo. Tutti i corpi, ed in particolare i fluidi (liquidi e gas), sono molto sensibili alla temperatura e, in generale, si dilatano col riscaldamento. Su questo principio si basano i termometri “classici” (ad es. quelli a mercurio) che sfruttano la dilatazione per indicare la temperatura.
“Se poi qualcuno valuta la pressione delle gomme dando dei calci al fianco del pneumatico speriamo che sia il solo a subire le conseguenze del suo pressapochismo”
Tutti gli impianti funzionanti con liquido a “circuito chiuso” hanno un cosiddetto “vaso di espansione”, cioè una zona dove il fluido può espandersi senza far scoppiare le condutture e questo vale, ad esempio, anche negli impianti domestici di riscaldamento ad acqua calda. Ben consci di questa spiccata variabilità volumetrica dei fluidi correlata alla temperatura, i Costruttori di automobili si prodigano in istruzioni specifiche sulla pressione di gonfiaggio dei pneumatici, sia sul libretto di uso e manutenzione, sia con apposite targhette incollate alla carrozzeria.
La pressione degli pneumatici: intuile controllare in area di servizio?
Essi non entrano in dettagli precisissimi riguardo ai gradi termometrici ma raccomandano comunque di controllare la pressione a “temperatura ambiente”, il che significa essenzialmente all’ombra e con la vettura ferma da parecchio tempo, stante il fatto che se l’automobile ha viaggiato di recente i pneumatici hanno temperature decisamente elevate. Ciò vanifica la presunta utilità di controllare la pressione alle stazioni di rifornimento, dove si arriva evidentemente in movimento.
Se poi qualcuno, come è stato visto fare, valuta la pressione delle gomme dando dei calci al fianco del pneumatico speriamo che sia il solo a subire le conseguenze del suo pressapochismo, senza coinvolgere il prossimo. Certamente è un giudizio di valutazione talmente soggettivo che induce a sospettare delle abitudini dell’individuo anche in altri campi. Occorrono altre osservazioni per qualificarlo perché non si vuole cadere nell’errore di un giudizio “a prima vista” ma se quel tale buttasse la carta per terra e parcheggiasse sulle strisce pedonali e parlasse al telefonino mentre guida e…… allora avremmo il quadro di un tizio trasandato e poco raccomandabile.
Carlo Sidoli