Fiat supporta il tour 2019 dedicato alla Salute Maschile: non solo prostata [intervista]

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Si chiude a Milano il tour di Fondazione Umberto Veronesi, SIU e Fiat Professional che porta in piazza e concessionaria il tema dell’urologia. Visite gratuite per 1000 persone ma non basta. Ne parliamo con Luca Carmignani, Direttore dell’IRCCS Policlinico San Donato e presidente Fondazione Società Italiana Urologia
30 ottobre 2019

Cosa ne sanno gli automobilisti italiani di urologia? Dipende dai casi, ma una buona fetta di connazionali che usa l’auto tutti i giorni pensa alla salute dell’apparato urogenitale maschile spesso solo quando “si presenta un problema”. Ignorare del tutto i controlli preventivi, anche in età giovanile, è un errore. A dare una piccola smossa gratuita, ci ha pensato il tour della Fondazione Veronesi con supporto di SIU e di due Fiat Ducato allestiti per visite in piazza, nelle maggiori città italiane.

Si conclude in questi giorni a Milano, piazza Duomo (fruibile orari 10-18) il viaggio informativo con medici specialisti che alla fine esegue ben 1000 visite gratuite per chi si presenti. Le malattie di questo ambito sono in crescita e la sensibilizzazione non basta mai. Specialmente pensando che migliorano le cure e le analisi disponibili, per fare diagnosi precise, mirate secondo i casi. È da ignoranti perdere occasione di quanto utilmente offre oggi il mondo sanitario. L’automobile forse ci azzecca poco, ma non del tutto pensando a certe lunghe percorrenze che, senza soste adeguate, possono affaticare la prostata.

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Prevenzione maschile

Un dato oggettivo, parlando di salute e prevenzione, è quello che le donne oggi sono un po’ “più avanti”. Non solo per età anagrafica, più longeve, ma anche per quanto si faccia diagnosi e cura in tempi rapidi rispetto al mondo maschile. Quei maschi, non solo italiani, che presi da altro mettono in secondo piano una visita urologica al contrario delle donne che, con la ginecologia, hanno a che fare sin da giovanissime. Nomi e numeri del tumore maschile fanno certo paura a tutti: quasi 65mila i nuovi casi stimati per il 2019, tra prostata, vescica e testicolo. Ma non ci sono solo quelli da poter curare e per fortuna la ricerca ha fatto grandi passi nei metodi su tutti i fronti, per esami e cure, sempre meno invasive.

Abbiamo parlato con Luca Carmignani, medico responsabile al Policlinico San Donato e presidente SIA onlus. Il progetto SAM (Salute Al Maschile) è operativo dal 2015 e sono stati reclutati nello staff 25 urologi. Ben l’80% dei visitati nelle campagne di controllo non aveva mai avuto contatto con uno specialista in urologia, per valutare il proprio stato di salute.

“Vogliamo riportare il modello di prevenzione collaudato dalla Fondazione per il mondo femminile in ambito maschile. Nella campagna informativa è risultato addirittura che il 30% delle persone salite sui nostri veicoli, non conosce la funzione della prostata“.

Non si parla solo di tumori ovviamente, ma anche di ipertrofia prostatica benigna, che affligge circa la metà degli italiani over50. La disfunzione erettile, che colpisce circa tre milioni di connazionali ed è fattore di rischio cardiovascolare. Poi la calcolosi urinaria, con 100.000 casi all'anno, che colpisce gli uomini in un rapporto 2:1 rispetto alle donne. In tutti i casi, una diagnosi precoce aiuta a gestire meglio il disturbo grazie a soluzioni terapeutiche innovative (mediche o chirurgiche) cucite sempre più su misura del singolo paziente.

Parla l'urologo

In chiave automobilistica ci sono informazioni da poter dare, magari sulle abitudini di stare in vettura? “Certo. Esiste la cosiddetta sindrome del tassista, che però coinvolge chiunque sta molto in auto a vario titolo, specialmente per lavoro, come autisti e rappresentati“.

Possiamo dare una misura di tempo? “Almeno due o tre ore, al giorno, per una vita lavorativa“.

Per questi oggetti ci sono consigli. “Abbiamo realizzato un decalogo, in collaborazione con Fiat, per dare consigli al guidatore. Il primo è frammentare i viaggi, con soste e idratazione, camminando durante le pause. Poi ci sono i consigli più banali, inerenti la temperatura in abitacolo ma generali, per stile di vita e alimentazione“.

Circa le vetture o i mezzi, che evolvono il comfort, possiamo trarre giudizi a livello salute? “Gli studi ergonomici che sono stati fatti sono importanti e per certo aiutano nel prevenire o evitare certe patologie, ortopediche“.

A livello urologico invece? Tutti conosciamo le selle per bicicletta dedicati alla tutela della prostata e i sedili delle vettura invece no? “Ammetto che ci stiamo lavorando. A oggi però ci sono solo dei cuscini aggiuntivi, utili ma che non hanno certificazione”.

Li acquista in genere chi ha la patologia quelli, invece lo scopo sarebbe anche prevenire nei soggetti predisposti. “Il beneficio sarebbe per molti casi, ma adesso si tratta solo di accessori. In futuro vedremo”.

Le statistiche cosa dicono per l’età. La credenza popolare è quella di misurare il proprio PSA solo dopo aver compiuto i 50 anni. I controlli non li devono fare solo gli “over” giusto? “L’età media è ancora da definire per i nostri tour ma, tolto il limite della maggiore età per certe situazioni, puntiamo a chiunque. Anche i giovanissimi vanno educati per la prevenzione, soprattutto la conoscenza di certe patologie (es. testicolari). Sono poi in netto aumento le malattie sessualmente trasmesse”.

Alla guida insomma, la vera patologia evitabile sarebbe un’infiammazione della prostata, ma fare un giro dall’urologo se non ci si è mai stati, è dovuto.

Anche all’estero sono messi come da noi? “In alcune nazioni sì. Andiamo orgogliosi della campagna e la Fondazione americana nostra corrispettiva ha apprezzato il progetto con Fiat. Vuole replicarlo negli USA”.

Quindi è riconfermata, magari non solo nelle grandi città. “Speriamo vivamente, anzi, l’anno prossimo anziché vedere 1000 persone ne vedremo due o anche tre mila. Conta molto anche la divulgazione per passaparola tra i contatti e quindi l’effetto moltiplicatore che generiamo”.

Sedili speciali per il Ducato

Il prossimo passo atteso da un costruttore responsabile come Fiat, verso la salute di chi siede in vettura? Di certo proseguire campagne come questa, magari abbinando la presenza o la prenotazione medica gratuita ai momenti di passaggio in concessionaria, per le manutenzioni programmate. Quello che ci piacerebbe, visto che si parla di avere il marchio Fiat parte di PSA come Opel, è che non siano solo i mezzi tedeschi a vantarsi di sedili “certificati per la salute”.

In Opel si parla di ortopedia, noi italiani potremmo essere i primi ad avere in dotazione sedili che tutelano, per conformazione, l’apparato urogenitale di chi deve necessariamente passare molte ore in auto quotidianamente. Lo si fa già con le selle delle biciclette, ma ad oggi chi necessita deve adattarsi su auto e camion: acquistando supporti vari non originali. Vedremo se dallo stabilimento Sevel di Atessa, il più grande per veicoli commerciali leggeri d'Europa dove dal 1981 esce il mezzo più popolare, il Ducato Fiat, ci saranno inedite sellerie che tutelano l’apparato maschile dei professionisti in strada.

Intanto Stephane Gigou, Responsabile Fiat Professional per la regione EMEA, conferma: “Per il prossimo anno contiamo di raggiungere altre città ma anche altre realtà di FCA e altri mercati. La nostra volontà è di essere vettore e promotore di azioni che favoriscono il benessere concreto delle persone”.

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