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Dopo l’annuncio dei nuovi investimenti a Melfi, dove verrà prodotto il futuro SUV globale che verrà commercializzato con i marchi Fiat e Jeep, si delineano all’orizzonte nuovi importanti scenari per il Gruppo Torinese.
Fiat pronta ad acquisire il 65,17% di Chrysler
L'integrazione tra Fiat e Chrysler infatti procede a passi spediti, sulla spinta delle ottime performance delle vendite Oltreoceano. La Fiat di Sergio Marchionne è pronta a passare dall'attuale 58,57% al 65,17% di Chrysler, ponendo un altro tassello nel percorso verso la nascita di un unico grande gruppo internazionale.
Una strada non del tutto libera da ostacoli, visto che rimane da superare il contenzioso sul valore del 3,3% della Casa di Detroit sul quale la Fiat ha esercitato il diritto di opzione a luglio. La valutazione del fondo Veba, gestito dal sindacato Uaw, unico azionista di minoranza di Chrysler con il 41%, è di 342,9 milioni di dollari a fronte di 139,7 indicati da Fiat.
Su questo si dovrà pronunciare la Chanchery Court del Delaware e la decisione è attesa nei prossimi mesi. Marchionne però non ama stare a guardare e così, senza aspettare il pronunciamento dei giudici, che non dovrebbe arrivare prima di marzo, ha esercitato nel frattempo l'opzione sull'altro 3,3% offrendo questa volta 198 milioni di euro.
L'obiettivo dell'Amministratore Delegato del Lingotto è di provare a trovare una soluzione complessiva entro il 2013 e per finanziare l'operazione non ha escluso nei mesi scorsi la cessione di asset non strategici smentendo invece le voci su un possibile ricorso al mercato con un aumento di capitale.
Nel continente americano si vendono il triplo di auto rispetto all'Europa
Nel processo di integrazione il peso di Detroit appare evidente dietro ai numeri delle vendite di auto, il triplo di quelle europee se si considerano insieme Usa, Canada e Brasile: 2,7 milioni a fronte delle 900.000 vendute in Europa, di cui circa 450.000 in Italia.
Nel frattempo va avanti il processo di integrazione industriale fra le due Case, con piattaforme e modelli condivisi. I sindacati italiani - Fim, Uilm e Fismic - sperano che i rapporti di forza si ridimensionino e non vedono il rischio di uno spostamento negli Usa della testa e della sede.
Il numero uno della Uil Luigi Ageletti ha dichiarato: «Le Case che resistono alla crisi sono quelle che vendono fuori Europa, va molto peggio chi è concentrato nel Vecchio Continente. L'Europa deve superare le recessione e tornare ad essere un continente in cui si acquistano auto. L'importante è che la Fiat faccia la sua parte».
Intanto in Brasile la banca statale Bndes ha dato il via libera al prestito a Fiat da 2,4 miliardi di real (circa 900 milioni di euro) per realizzare il nuovo stabilimento automobilistico di Goiana, nello stato di Pernambuco, con una capacità produttiva di 250.000 auto all'anno.
Fonte: Ansa