Fiat: nuova cassa integrazione a Melfi e Cassino

Fiat: nuova cassa integrazione a Melfi e Cassino
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Nuova cassa integrazione per gli stabilimenti Fiat di Melfi e Cassino mentre i vertici dell'azienda si preparano ad incontrare il Governo sabato
20 settembre 2012

Ferdinando Uliano, segretario nazionale della Fim-Cisl, responsabile del settore auto, si è espresso in merito alla comunicazione da parte del Gruppo Fiat di una nuova cassa integrazione per altre tre settimane, iniziate dal 17 ottobre, per lo stabilimento di Sata di Melfi (Potenza) e per lo stabilimento di Cassino (Frosinone).

Uliano ha dichiarato: «L'ulteriore richiesta di cassa integrazione negli stabilimenti del Gruppo Fiat riflette la nota situazione di calo di mercato ed evidenzia l'urgenza di interventi a sostegno del lancio di nuovi prodotti, in particolare per gli stabilimenti di Cassino e Melfi.»

Una situazione questa che va ad aggiungersi a quella già calda per il Gruppo torinese, che nella giornata di sabato dovrà dialogare con il Governo a Palazzo Chigi onde chiarire la politica aziendale, un incontro che il Ministro del Lavoro Elsa Fornero ha precisato non dover essere «un monologo ma un dialogo e sarà un lavoro molto intenso.»

In merito alla situazione del Gruppo Fiat si è anche espressa Emma Marcegaglia, Presidente di Confindustria, che ha dichiarato essere «già troppi quelli che parlano di Fiat.»

 

Il Ministro dell'Ambiente Corrado Clini, precisa invece che «il Governo nell'incontro di sabato farà sentire il fiato sul collo a Fiat», augurandosi che il confronto serva «a chiarire se Fiat, come strategia industriale, sta guardando allo stesso traguardo che hanno le altre case automobilistiche europee, cioè il 2020 o se invece ha deciso di fermarsi al 2000.»

«Noi abbiamo da attivare nel nostro Paese, coerentemente con gli obiettivi europei, una strategia per la mobilità che prevede anche l'aggiornamento tecnologico, per esempio delle autovetture. E questa è una delle chiavi della competitività dell'auto per il futuro, come è avvenuto alla fine degli anni '90, quando le nuove norme europee sulle emissioni degli autoveicoli hanno cambiato il mercato dell'auto. E questa è un'occasione che va colta.»

«Le risorse per l'innovazione 'verde' nella mobilità - ha proseguito - sono già state investite negli scorsi anni e non solo per la Fiat ma per l'innovazione nel settore dell'automotive. Quello che è mancato purtroppo soprattutto negli ultimi anni è una ricettività da parte della Fiat.»

«Per esempio la Fiat non ha accettato di lavorare con il Governo sull'auto elettrica perché ritiene che l'auto elettrica sia un obiettivo sbagliato. Più che poco disposta a spendere, Fiat ha una strategia industriale per il futuro del prodotto auto che mi pare abbastanza diversa da quella delle altre Case automobilistiche europee. E' questo il nodo sul quale Fiat deve darci una risposta. Perché non avere l'auto elettrica in Italia e in Europa quando Citroen o Audi o Peugeot stanno investendo e producendo su scala industriale?»

Fonte: Ansa

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