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Sono passate soltanto poche settimane dall'annuncio dello strabiliante piano per il rilancio dei marchi del neonato Gruppo FCA, ma i lavoratori degli stabilimenti italiani Fiat, Alfa Romeo, Maserati e Lancia sono alle prese con problematiche molto più concrete ed attuali.
Salta il tavolo: non c'è accordo sull'aumento degli stipendi
Dopo otto mesi infatti salta il tavolo negoziale tra Fiat e sindacati per il rinnovo del contratto degli 86.000 lavoratori italiani del gruppo. La trattativa s'interrompe sul punto più delicato, l'aumento salariale per il 2014. E' il primo vero braccio di ferro dal dicembre 2010, quando è nato a Pomigliano il contratto specifico Fiat, poi esteso a tutti gli altri stabilimenti. Fim, Uilm, Fismic, Ugl e Quadri accettano la proposta del Lingotto di distribuire per quest'anno una 'una tantum' a tutti i dipendenti, inclusi circa 30.000 cassintegrati, ma sull'ammontare non c'è accordo.
L'impegno a non rompere il negoziato c'è da entrambe le parti, lo chiamano tutti 'atto di responsabilità: dopo quattro ore di incontri e una pausa di riflessione le posizioni sono più vicine ma non abbastanza per consentire un accordo. La Fiat porta da 200 a 250 euro l'una tantum e su questa cifra è irremovibile, mentre i sindacati scendono da 390 a 300 euro anche se ci sarebbe stata qualche disponibilità a un ritocco ulteriore.
Si rischia il blocco degli straordinari
Lunedì le segreterie dei sindacati - spiega Ferdinando Uliano, segretario nazionale della Fim - decideranno le iniziative di lotta a partire dal blocco degli straordinari che colpirebbe gli stabilimenti Maserati e Sevel, ma poco le altre fabbriche interessate dalla cassa integrazione. Giovedì la Uilm riunirà il coordinamento nazionale Fiat, venerdì la Fismic le segreterie dei territori dove sono presenti stabilimenti del gruppo.
Il parere dei sindacati
«Non siamo riusciti a colmare la distanza tra la nostra richiesta e la loro proposta. Speriamo che con le iniziative che metteremo in campo l'azienda cambi idea. Sono deluso e rammaricato per la piega presa dalla trattativa», osserva Eros Panicali, segretario nazionale della Uilm.
“Siamo molto preoccupati, non è l'epilogo che auspicavamo”
«E' normale che un negoziato su un contratto si possa arenare sull'aumento salariale. Questo non mette in dubbio la validità del modello contrattuale Fiat, che è la precondizione perchè il gruppo resti in Italia e continui a investire», afferma Roberto Di Maulo, segretario generale Fismic. Per Maria Antonietta Vicaro, segretario generale dell'Ugl Metalmeccanici «la cifra proposta dall'azienda è insufficiente. L'auspicio è che torni sui suoi passi e si possa raggiungere un accordo soddisfacente per entrambe le parti».
«Siamo molto preoccupati, non è l'epilogo che auspicavamo. Abbiamo fatto di tutto per evitarlo, ma non è stato possibile», affermano Giovanni Serra e Francesco Scandale dei Quadri Fiat per i quali "un accordo va raggiunto a tutti i costi».
Fonte: Ansa
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