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"Chi invita i cinesi in Italia si assumerà la responsabilità di quel potrebbe succedere". E quel che potrebbe succedere, naturalmente, riguarda gli stabilimenti di Stellantis visto che queste parole sono del CEO Carlos Tavares, ripetute in più occasioni. Ma mica tutti i cinesi sono cattivi: BYD, per esempio, è un supercattivo, Geely (Volvo, Polestar, smart, Lotus) anche, Saic (MG) non parliamone, una spina nel fianco. Poi c'è un marchio relativamente piccolo che si chiama Leapmotor e non è un mistero che questo sia un produttore cinese "buono" che ora è compartecipato per il 21% da Stellantis. L'accordo è semplice: facciamo una nuova società con sede in Olanda di proprietà per il 51% del Gruppo italo francese e inventiamoci una fabbrica in Europa così, se la Commissione Europea dovesse mettere dei dazi aggiuntivi per le auto cinesi, li freghiamo. Si, ma in Europa dove?
La crisi di Mirafiori, che ha praticamente cessato di lavorare nel reparto Carrozzerie dove si producevano la Fiat 500 elettrica e le Maserati, potrebbe avere una soluzione proprio con l'insediamento di una "fabbrica cacciavite" per Leapmotor e almeno un paio di modelli a breve termine (la crossover C10 e la "simil 500" T03). Cos'è una fabbrica "cacciavite"? La strategia non è nuova, il primo a metterla in pratica molti anni fa è stato Massimo Di Risio con la DR. Servono ampi spazi per ricevere gli esemplari "prefiniti" (che però ai fini dell'importazione risultano essere pezzi di auto e non auto complete, così da evitare i dazi) e predisporre delle linee di assemblaggio finale, portato a termine magari solo con i paraurti, i marchi, i sedili. La mano d'opera non manca di certo (e a Mirafiori è anche piuttosto in subbuglio per questa prospettiva) e non servono costosi robot, lastrature, fonderie o reparti Ricerca & Sviluppo che "sprecano" denaro, tutto molto semplice e redditizio, perché il vantaggio di prezzo della fabbricazione in Cina (almeno il 30% compreso il trasporto) rimane integro. Tra l'altro le auto "fabbricate" a Mirafiori (virgolette d'obbligo) figurerebbero come prodotti italiani, andando a soddisfare la richiesta dei decisori politici di riportare la produzione nazionale, se non ai tempi di Giulio Andreotti, almeno attorno alle 800.000 unità, compresi i commerciali. La prevista potenzialità di Mirafiori di rifinire le auto è molto alta e le vendite dei primi due modelli Leapmotor, più altri due che potrebbero aggiungersi in seguito, viene calcolata in oltre 400.000 unità l'anno. La Leapmotor T03 ha un prezzo in Cina che oscilla fra gli 8.500 e gli 11 mila euro, e in Francia viene già venduta da piccoli importatori privati attorno ai 20 mila euro che sono 10 mila euro in meno di una Fiat 500e.