Fiat: i 19 lavoratori Fiom riassunti restano in cassa integrazione

Fiat: i 19 lavoratori Fiom riassunti restano in cassa integrazione
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I 19 lavoratori Fiom riassunti dalla Fiat come stabilito da un Tribunale sono tornati a ricevere lo stipendio, ma sono stati subito messi in cassa integrazione. L’Azienda: «Non ci sono pregiudizi». Landini: «Uno schiaffo alla dignità del Paese»
5 febbraio 2013

Sembra proprio che le vicende che gravitano intorno alla Fiat siano destinate a rimanere sulle pagine dei giornali ancora per diversi giorni. Alle importanti dichiarazioni pronunciate da Sergio Marchionne domenica scorsa in merito al piano industriale Fabbrica Italia e al destino di Mirafiori e dell’Alfa Romeo, ha fatto seguito infatti una notizia che non potrà far altro che scatenare una scia di commenti e polemiche.

Stipendio ma niente lavoro per i 19 Fiom riassunti a Pomigliano

I 19 lavoratori iscritti alla Fiom assunti da Fabbrica Italia Pomigliano a novembre su disposizione della Corte d'Appello di Roma infatti saranno regolarmente retribuiti ma resteranno a casa.

 

Non c'é sufficiente lavoro per loro e quindi non possono essere ricollocati, comunica l'Azienda alle tute blu (ad oggi sono 18, perché uno è in aspettativa per impegni elettorali) che hanno già fatto il corso di formazione e si sono presentati al Giambattista Vico per conoscere le loro mansioni.

 

È la stessa linea adottata con i tre operai Fiom licenziati a Melfi, di cui il giudice ha obbligato il reintegro: hanno fatto ricorso - rileva l'Azienda - ma è stato respinto perché il trattamento economico è considerato sufficiente.

Landini: «È uno schiaffo alla dignità del Paese»

Il leader della Fiom, Maurizio Landini, ha commentato: «È uno schiaffo alla dignità del Paese. Intraprenderemo azioni giuridiche e sindacali per impedire il perdurare di una situazione non più tollerabile».

 

Sdrammatizzano Fim e Uilm per le quali il caso «Si sgonfierà» nell'incontro con l'azienda già fissato per giovedì, mentre insorge il centrosinistra. Il Ministro del Lavoro, Elsa Fornero spiega: «Il Governo non ha margini di intervento: posso però esprimere un rammarico perché dalla contrapposizione non nascono mai cose positive. Invece bisognerebbe che si ritrovasse un pochino la capacità di dialogare. Come ministro ho lavorato perché le due parti ritrovassero una capacità di dialogo. Se questo non accade, non posso che dispiacermi».

Fiat: «Non ci sono pregiudizi verso i lavoratori Fiom»

L'Azienda sostiene che non ci sono pregiudizi verso i 19 lavoratori iscritti alla Fiom e che il problema nasce dalle esigenze produttive dello stabilimento di Pomigliano, dove in questo periodo è costretta a ricorrere alla cassa integrazione (questo mese in realtà il buon andamento degli ordini della Panda permetterà di evitare lo stop produttivo).

 

La linea dura però il Lingotto la sceglie subito, appena il giudice, rilevando un comportamento discriminatorio nella scelta dei lavoratori, ordina l'assunzione di 145 iscritti alla Fiom, di cui 19 subito e gli altri entro maggio. Se è così - replica la Fiat - apriremo una procedura di mobilità per 19 dipendenti perché l'organico è già al completo. Lo scioglimento di Fabbrica Italia Pomigliano e il rientro dal primo marzo di tutti i lavoratori (i 2.146 già assunti e gli altri 1.400 in cassa straordinaria per cessata attività) in Fiat Group Automobiles, comunicato ufficialmente venerdì, sembra la soluzione e, in qualche modo, anche un segnale distensivo. In realtà non è così.

 

Già a caldo la Fiom esprime il timore che la sostanza non cambi: tutti i metalmeccanici Cgil in cassa, nessuna intenzione di farli tornare sulle linee produttive. Attaccano la Fiat tutte le forze del centrosinistra. Il responsabile Economia del Pd Stefano Fassina dichiara: «È una scelta grave e preoccupante», mentre il leader dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro afferma: «Marchionne umilia i lavoratori».

Nichi Vendola: «Marchionne come la caricatura di Crozza»

Il leader di Sel, Nichi Vendola, ha invece dichiarato: «È una notizia che mette tristezza, ho difficoltà a distinguere Marchionne dalla caricatura di Crozza.». Paolo Ferrero, Segretario nazionale di Rifondazione comunista commenta: «A Pomigliano la Fiat pratica l'apartheid contro gli operai Fiom. «Marchionne umilia i lavoratori», dice Oliviero Diliberto, Segretario nazionale dei Comunisti italiani, mentre parla di «Logica padronale e squadrismo» Luigi de Magistris, Sindaco di Napoli.

 

Giorgio Airaudo, ex responsabile auto Fiom e ora candidato alle elezioni nelle fila di Sel, aggiunge: «Alla Fiat c'è un'idea medievale dei rapporti di lavoro, vincolata al delirio di onnipotenza dell'Amministratore Delegato. Occorre un intervento legislativo che dia certezza del diritto effettivo al rientro al posto di lavoro quando viene ordinato da un tribunale».

 

Fonte: Ansa

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