Fiat: cassa integrazione stabilimento Melfi. I pareri dei sindacati

Fiat: cassa integrazione stabilimento Melfi. I pareri dei sindacati
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Il Gruppo Fiat ha annunciato due anni di cassa integrazione straordinaria nello stabilimento di Melfi per ristrutturazione. Numerose le reazioni degli esponenti sindacali
16 gennaio 2013

«Con l'avvio della procedura di cassa integrazione straordinaria per ristrutturazione, comunicata alla Rsa, alle organizzazioni sindacali e alle istituzioni, parte la ristrutturazione dello stabilimento Sata di San Nicola Melfi (Potenza) per la produzione dei due nuovi modelli già annunciati dalla Fiat», ha dichiarato il reggente della Fim Cisl Basilicata, Leonardo Burmo.

«La fase che si apre vedrà sicuramente un 2013 molto complicato - ha aggiunto Burmo - ma l'avvio della ristrutturazione offre allo stabilimento di Melfi prospettive future molto concrete e lo impegna in una dimensione non solo più europea ma mondiale e questo è l'aspetto più significativo per una rapida uscita dalla crisi»

Fiom

In merito alla cassa integrazione straordinaria per ristrutturazione aziendale dal prossimo 11 febbraio al 31 dicembre 2014 la Fiom-Cgil esprime «forte preoccupazione perché ad oggi ancora non si conoscono i dettagli degli investimenti per lo stabilimento»

Il segretario regionale del sindacato, Emanuele De Nicola, ha sottolineato che la richiesta «arriva dopo gli annunci in pompa magna dei giorni scorsi, alla presenza del Presidente del Consiglio, Mario Monti e del Presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo e dei segretari generali di Cisl e Uil»

La Fiom-Cgil inoltre esprime «forte preoccupazione perché ad oggi ancora non si conoscono i dettagli degli investimenti per lo stabilimento e i tempi per la realizzazione del nuovo progetto e chiede alla Fiat e anche alle istituzioni regionali la massima trasparenza nella gestione della Cigs al fine di garantire la rotazione al lavoro di tutti i lavoratori, per impedire come avvenuto a Pomigliano discriminazioni e perdite salariali a danno dei lavoratori»

In merito alla cassa integrazione straordinaria per ristrutturazione aziendale dal prossimo 11 febbraio al 31 dicembre 2014 la Fiom-Cgil esprime forte preoccupazione perché ad oggi ancora non si conoscono i dettagli degli investimenti per lo stabilimento

Airaudo

Giorgio Airaudo, candidato con Sel a Torino, commenta invece così la notizia: «la rinuncia a produrre una nuova Punto e la promessa dei SUV genera per adesso a Melfi la certezza dell'aumento della cassa integrazione»

«Forse il Presidente del Consiglio Mario Monti invece di utilizzare la Fiat di Melfi per lanciare la propria salita in politica - aggiunge Airaudo - avrebbe fatto meglio a ottenere impegni certi e scritti per tutti gli stabilimenti Fiat in cui sta aumentando l'utilizzo della cassa integrazione»

Cisl

Raffaele Bonanni, leader della Cisl, afferma invece che quest’ultima «vigilerà anche a Melfi perché la Fiat mantenga gli impegni presi con il sindacato sui nuovi investimenti» «Grazie a noi - ha aggiunto ricordando che nello stabilimento di Melfi l'azienda produrrà tra due anni due nuovi modelli - la Fiat non chiuderà altri impianti in Italia. Ma i partiti politici e anche la Fiom farebbero meglio a non fare campagna elettorale utilizzando strumentalmente le vicende sindacali»

«A Melfi - ha dichiarato Bonanni - la Fiat produrrà tra due anni due nuovi modelli, la 500 X e la “mini Jeep”, investendo subito un miliardo di euro. E' chiaro che questo fatto, di per sé positivo, potrà comportare una fase di cassa integrazione ma a rotazione, necessaria per ristrutturare lo stabilimento. Vedremo se sarà possibile evitarla, ma si è sempre proceduto così in caso di nuovi investimenti»

«La Cisl, insieme ad altri sindacati responsabili, ha spinto perché la Fiat investisse a Melfi e vigileremo nei prossimi mesi perché mantenga gli impegni. Tra l'altro a Melfi si continuerà a produrre la Punto, quindi lo stabilimento non si fermerà anche durante la fase di ristrutturazione, come paventa qualcuno, speculando su questa vicenda solo per motivi elettorali»

Fim Cisl

«La notizia era annunciata ed è positiva perché si tratta della sospensione per la ristrutturazione degli impianti. Non si capisce quale sia la notizia negativa» - E' quanto affermato in diretta a Tgcom24 da Giuseppe Farina (Fim Cisl) sull'annuncio della cassa integrazione per lo stabilimento Fiat di Melfi. Il sindacalista ha spiegato: «Abbiamo fatto una battaglia per ottenere gli investimenti, ma ora per poter realizzare i nuovi prodotti c'è bisogno di ristrutturazione degli impianti. A Melfi comunque la produzione continuerà. Fidarci della Fiat? Ci sono stati dei ritardi, ma siamo in una fase nuova. A Grugliasco riaprirà anche la linea di produzione della Maserati. Io sto ai fatti, poi le preoccupazioni ce le ho anch'io»

La Cisl, insieme ad altri sindacati responsabili, ha spinto perché la Fiat investisse a Melfi e vigileremo nei prossimi mesi perché mantenga gli impegni

Fiom

«Siamo di fronte a un ridimensionamento occupazionale con la testa sempre più spostata verso gli Stati Uniti. Siamo preoccupati perché leggiamo i fatti. Monti a Melfi ha dato la benedizione alla riduzione della presenza della Fiat nel nostro Paese - è quanto affermato in diretta a Tgcom24 da Maurizio Landini (Fiom) dopo l'annuncio della cassa integrazione alla Fiat di Melfi - Noi mettiamo in fila le cose. A Pomigliano la Fiat ha fatto firmare un accordo in cui si dice che chi è in cassa integrazione non potrà tornare a lavorare per eccedenza di organico»

«Oggi siamo in presenza di un annuncio di cassa integrazione straordinaria senza dire che ne sarà tra due anni. Non ci dicono che fine farà la Punto, ma si annunciano nuovi modelli di cui non si conosce la portata del mercato. Su Cassino non si sa nulla e l'Irisbus e Termini Imerese vengono chiusi»

In merito all'atteggiamento degli altri sindacati, Landini ha aggiunto: «Gli altri sindacati hanno firmato la cancellazione del contratto con duemila esuberi. Loro sono quelli che avevano creduto ai venti miliardi di investimento della Fiat. Siamo di fronte alla cassa senza alcun confronto con i sindacati. Un Governo autorevole dovrebbe intervenire per chiedere un impegno del gruppo. Quello che sta succedendo è un ridimensionamento del gruppo industriale più importante d'Italia» Infine un appello al Governo: «Chiediamo un tavolo di trattativa vera e l'intervento del Governo»

Fonte: Ansa

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