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Fare scelte decise per mantenere alto il livello di attenzione. Mazda, da sempre, ha scelto di lanciare sfide come l’idrogeno (prima al mondo negli anni ‘80), il motore rotativo con il successo di Le Mans, la scommessa vinta con la MX-5 ovvero la rinascita del roadster. Calato in questa filosofia, Andrea Fiaschetti, Amministratore Delegato di Mazda Italia, focalizza l’ultima novità della Casa giapponese.
Una pista sicura quella della tecnologia Skyactive?
«Certamente sì, perché tutti si sono orientati sull’ibrido mentre noi abbiamo intrapreso la strada della massima efficienza della combustione. Siamo "quelli delle sfide" e oggi abbiamo iniziato il percorso che porterà Mazda all’obiettivo che si è prefissata: diventare il primo brand premium giapponese».
In un mondo dove impera il downsizing voi vi presentate con un motore diesel 2.2
«Partiamo dalla traduzione di downsizing: vuol dire ridimensionamento. Che i nostri concorrenti hanno interpretato con la diminuzione della cilindrata al solo scopo di abbattere consumi ed emissioni. La riduzione della cilindrata è solo una delle scelte tecnologicamente possibile. Noi abbiamo intrapreso la strada della Skyactiv technology».
In sintesi
«Mazda senza diminuire la cilindrata è riuscita ad abbattere consumi ed emissioni a livelli impensabili fino a qualche anno fa. I nostri motori diesel sono già Euro6 senza costosi dispositivi di trattamento dei gas di scarico. Per il piacere di guida le prestazioni in termini di potenza e coppia massima sono ai massimi livelli».
Per concretizzare. Tutto questo lavoro di affinamento in cosa si traduce?
«Il rapporto di compressione dei nostri motori è unico, ed è pari a 14:1 sia per il benzina che per il diesel, al fine di ottenere una combustione vocata alla massima efficienza. Il motore diesel è completamente costruito in alluminio. Le trasmissioni sono in grado di ridurre la dispersione di potenza tra il motore e le ruote. Il peso piuma dei telai garantisce ugualmente rigidezza e sicurezza. Il tutto con un risparmio di oltre 200 kg».
Downsizing nel peso, ma cilindrate alte che in Italia possono penalizzare il modello?
«Anche in questo Mazda si vuole distinguere. Vogliamo far capire alla clientela italiana che non è poi così vero che i costi sono più alti. Ci sono modelli di piccola cilindrata che vantano molti più cavalli del nostro diesel 2.2. Poiché le tasse automobilistiche, e l’assicurazione si pagano a seconda della potenza espressa, facendo i conti vedrete che la differenza è minima. Ma con noi è rimasto il piacere di guida. Il successo di questo modello dipenderà anche da questo».
E’ necessaria una spiegazione
«Dobbiamo far capire alla clientela italiana che il costo di gestione della Mazda3 2.2 diesel è uguale e in alcuni casi inferiore, ad una vettura concorrente di 1.6 cc con il turbo. Se poi andiamo confrontare il prezzo di acquisto vediamo che a parità di allestimento si possono risparmiare fino a 2.500 euro».
Parliamo di numeri. Quante Mazda 3 pensate di vendere in un anno?
«Dipende da quello che dicevo prima. Se il mercato capisce che può avere un modello nuovo dalla linea innovativa, da una guidabilità eccezionale grazie al telaio Skyactiv, siamo sicuri di fare buoni numeri».
Pensate di continuare il trend positivo di quest’anno grazie a Mazda5 e Mazda6? Con quale obiettivo?
«Pensiamo di chiudere l’anno con 5.000 unità con un occhio attento alla risposta che arriverà dal mercato con l’arrivo della Mazda3».