Ferrari: storia delle V8 “speciali”

Ferrari: storia delle V8 “speciali”
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Dalla 348 GT Competizione alla 488 Pista. Dal 1993 il Ferrari Challenge ispira esclusive versioni stradali derivate dalle competizioni. Ecco la loro storia
22 febbraio 2018

Una Ferrari è sempre una vettura speciale. Ma ci sono delle Ferrari che sono più speciali delle altre perché rappresentano un po' l'anello di congiunzione tra le due qualità universalmente riconosciute al marchio del Cavallino Rampante: la sapienza di saper costruire vetture stradali inconfondibili e la capacità di realizzarne altre che vanno fortissimo in pista. In mezzo si collocano quelle Ferrari create spesso in piccole serie che fondono l'uno e l'altro. 

Le più celebri sono le V8 derivate dal Ferrari Challenge, il monomarca creato dalla Casa di Maranello nel 1993 per coinvolgere i clienti a cimentarsi in pista, vetture che negli ultimi anni sono diventate dei “laboratori” con soluzioni innovative che vengono poi trasferite sul resto della gamma del Cavallino Rampante.

Ferrari 348 GT Competizione

La prima vettura stradale derivata del Ferrari Challenge è la Ferrari 348 GT Competizione, derivata dalla 348 GTB che Montezemolo ammise anni dopo essere stata "una macchina di merda". Celebre l'aneddoto raccontato dallo stesso ex presidente, sverniciato a Roma ad un semaforo da un ragazzo su una Golf GTI, episodio che lo spinse a velocizzare lo sviluppo della successiva F355. 

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Nel 1993 la Casa di Maranello avvia il suo monomarca, che fino al 1995 si disputerà sulla 348 Challenge. La GT Competizione presentata nel 1994 viene spogliata di ogni comfort come il sistema di climatizzazione e la tappezzeria e dotata degli stessi sistemi di sicurezza, sospensioni, frizione e rapporti del cambio (manuale a 5 velocità) della gemella Challenge. L'impianto frenante deriva da quello della F40 Evoluzione, con dischi maggiorati ma senza ABS. 

Il peso scende a 1.180 kg grazie all'ampio uso di carbonio, kevlar e magnesio, la potenza del 3.4 litri sale da 320 a 330 CV, principalmente per effetto dello scarico in acciaio inox più libero e delle modifiche all'aspirazione. 

Ferrari F355 Serie Fiorano

Nel 1994 arriva la F355 Berlinetta, che nel 1995 esordisce nelle competizioni con la F355 Challenge. Il motore sale a 3.5 litri con cinque valvole per cilindro e la potenza balza a 380 CV. Il cambio è manuale a 6 rapporti, che nel 1997 sulla 355 F1 GTS sarà affiancato per la la prima volta dal cambio elettroattuato F1 derivato dalla monoposto della massima serie. 

La F355 Challenge differisce praticamente solo nell’impianto di scarico, nel disco frizione, negli pneumatici “slick” e nell’adozione dei dispositivi di sicurezza obbligatori per l’utilizzo in pista: roll-bar a gabbia, cinture a 6 punti, estintore, ganci di traino e staccabatteria.

Nel 1994 al Salone di Parigi Ferrari presenta la F355 Competizione, che però rimane una show car in esemplare unico. La consueta versione stradale derivata dalla Challenge arriva solo nel 1999 con la Ferrari 355 F1 GTS Spider che viene trasformata nella F355 Spider "Serie Fiorano", realizzata in soli 104 esemplari.

E' meno radicale della precedente 348 GT Competizione, ma dalla Challenge eredita ancora sospensioni, impianto frenante e di sterzo, componenti in fibra di carbonio e il volante rivestito in pelle scamosciata. Visivamente la si distingue per la griglia posteriore nera mutuata dalla 355 da corsa. 

Ferrari 360 Challenge Stradale

Nel 1999 Ferrari presenta la 360 Modena, che rompe completamente col passato adottando per la prima volta un telaio monoscocca completamente d’alluminio su una Ferrari stradale. Nasce con la Modena il design delle Ferrari moderne: c'è il motore a vista e dal muso scompare la griglia centrale, sostituita dalle aperture laterali. La cilindrata del V8 sale a 3.6 litri e la potenza a 400 CV. 

La 360 Challenge arriva nel 2000 ma per la sua versione stradale, che viene chiamata senza troppi giri di parole 360 Challenge Stradale, bisognerà attendere il 2003. I 1.274 esemplari costruiti nell'arco di due anni si distinguono soprattutto per la livrea con i filetti tricolore e per tanto l'aerodinamica specifica. 

Il progetto è improntato, oltre alla naturale adozione di componentistica nata per il Ferrari Challenge, anche per la ricerca accuratissima della massima leggerezza. Rispetto alla Modena standard, la Challenge Stradale perde 110 kg adottando tra le altre cose il titanio nelle sospensioni, il lexan al posto del vetro e i dischi in materiale carboceramico della Enzo. Alcune componenti, come i retrovisori, derivano invece dalla 360 GT nata nel 2002 per competere nel FIA GT. 

Il motore esprime 425 CV ed il cambio, con la paletta destra allungata per facilitare l’inserimento della marcia superiore in uscita di curva, ha anche una funzione "launch control" derivata dalla Formula 1. Grazie al peso di soli 1.180 chilogrammi la Challenge Stradale supera i 300 km/h e scatta fino a 100 km/h in appena 4,1 secondi.

Ferrari F430 Scuderia

Nel 2004 la 360 Modena cede il passo alla Ferrari F430, la prima Ferrari col "manettino". Il V8 di nuova concezione sale ancora di cilindrata a 4.3 litri, la potenza di conseguenza raggiunge 490 CV.

La F430 Challenge arriva nel 2006 e l'anno successivo nasce la F430 Scuderia, che viene presentata al Salone di Francoforte da Michael Schumacher in persona, coinvolto nello sviluppo della vettura. Le inconfondibili bande grigie che corrono lungo la carrozzeria, l'aerodinamica più estrema e gli scarichi alti già sperimentati sulla versione destinata alle gare del Ferrari Challenge sottolineano l'appartenenza ad una razza speciale. 

Il peso viene ridotto di 100 kg per arrivare a 1.250 kg a secco, la potenza sale a 510 CV. L'accelerazione da 0 a 100 km/h impiega appena 3,6 secondi, la velocità massima supera i 320 km/h. Ne vengono prodotti 1.200 esemplari. Nel 2008 viene affiancata dalla F430 Scuderia Spider 16M, prodotta in 499 esemplari per celebrare il titolo Mondiale 2008, il sedicesimo nella storia della Scuderia Ferrari.

Ferrari 458 Speciale

La carriera della F430 si conclude nel 2009 con il lancio della Ferrari 458 Italia. Nel Challenge la 458 Challenge, presentata al Motor Show di Bologna del 2010, affianca la F430 per la stagione 2011 e diventa la più longeva delle Ferrari V8 da pista correndo in versione EVO fino al 2017. 

Nel frattempo a Maranello preparano la consueta versione "speciale", che prende il nome di... Ferrari 458 Speciale e debutta al Salone di Francoforte 2013. 

Nel design, soprattutto all'anteriore, differisce radicalmente dalla 458 Italia, ma anche dalla Challenge. Pur rimanendo fedele alle linee ideate da Pininfarina quattro anni prima, la 458 Speciale sfoggia un frontale completamente ridisegnato, mentre al posteriore si adotta la disposizione alta degli scarichi (due invece di tre) che stavolta non è quella della Challenge, ma ricorda quella della F430 Scuderia. 

Anche le differenze tecniche dal modello di derivazione della 458 Speciale sono molto più marcate rispetto alla precedente F430 Scuderia: la nuova Ferrari speciale inaugura l'aerodinamica attiva (assente sulla Challenge) non solo all'anteriore e al posteriore, ma anche all'interno della scocca. Una serie di brevetti Ferrari modifica la deportanza a seconda che si stia percorrendo una curva o un rettilineo, variando continuamente il carico tra l'anteriore e il posteriore.

Non solo: la 458 Speciale è spinta dal V8 aspirato più potente di sempre. Il 4.5 litri ha 605 CV contro i 570 della 458 Italia ed una potenza specifica di 135 CV/l. Il che, per un peso a secco di 1.290 kg, fa un rapporto peso potenza di 2,13 CV/kg. L'accelerazione da 0 a 100 km/h richiede appena 3 secondi. 

Come per la generazione precedente della V8 speciale, Ferrari raddoppia l'offerta nel 2014 con la 458 Speciale A, che altro non è che la versione Spider estremizzata con i contenuti della Coupé. A differenza di quest'ultima, però, viene prodotta in serie limitata a 499 esemplari destinati esclusivamente ai collezionisti del Cavallino.

E' l'ultima delle V8 "estreme" realizzate a Maranello prima dell'arrivo della Ferrari 488 Pista, che sarà presentata al Salone di Ginevra 2018. 

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