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Si parte da 52 euro di dollari USA per azione: questo è il prezzo del titolo Ferrari, che oggi debutta alla Borsa di New York, stabilito dopo l'Ipo conclusa nella giornata di ieri. Si tratta del massimo della forchetta indicata da FCA nei giorni scorsi, che annunciava un pricing tra i 48 e i 52 dollari.
Si tratta del prezzo di 17.175.000 azioni ordinarie per un ammontare di 893,1 milioni di dollari, che potrebbero diventare 982,4 milioni di dollari nel caso in cui le banche collocatrici esercitino entro trenta giorni l’opzione che dà loro diritto all’acquisto da FCA di ulteriori 1.717.150 azioni ordinarie del Cavallino.
Il Cavallino vale 10 miliardi di dollari
Trattandosi, quello immesso sul mercato, del 10% del capitale, il valore complessivo stimato della Casa di Maranello si avvicina dunque al momento a 10 miliardi di dollari americani, circa 8,65 miliardi di euro. L'apertura delle contrattazioni è prevista per oggi alle ore 15:30 italiane, quando Sergio Marchionne e John Elkann suoneranno la tradizionale campana di Wall Street. Le azioni Ferrari, come annunciato nei giorni scorsi, saranno scambiate sotto il simbolo “RACE”, scelto da Sergio Marchionne «solo perché non era disponibile “RED”», ha raccontato l'ad nei giorni scorsi.
Verso lo scorporo da FCA
La collocazione in Borsa è il primo passo verso uno scorporo di Ferrari da Fiat-Chrysler, che dopo l'Ipo scende all''80% del Cavallino. A inizio 2016 i soci riceveranno un'azione Ferrari per ogni FCA posseduta, mentre il restante 10% rimarrà in mano a Piero Ferrari. Queste percentuali sono però solo teoriche, perché in base al diritto olandese a cui Ferrari ormai è assoggettata dal momento che la sede legale è quella di Ferrari N.V. nei Paesi Bassi, la maggior parte diritti di voto saranno a favore di Exor, la holding della famiglia Agnelli che avrà il 24% del capitale, e di Piero Ferrari in qualità di azionisti di lunga data.
Di fatto, grazie al voto doppio assegnato con il meccanismo del “loyalty share”, Ferrari passerà sotto il controllo di Exor: la holding della famiglia Agnelli deterrà così il controllo del 33,4% mentre di Piero Ferrari sarà il 15,3%. Successivamente allo scorporo Ferrari verrà quotata anche a Piazza Affari.