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Di una sua opera si è tornato a parlare quando, ammirando quella fascia in carbonio che taglia il cofano, Ferrari ha presentato al mondo la 812 Competizione: sì perché anche se a Maranello non ammettono e mai ammetteranno di aver preso ispirazione dalla Ferrari 365 GTB/4 commissionata dall’allora importatore del Cavallino in America - Luigi Chinetti - a Giovanni Michelotti è ben chiaro che quell’elemento di stile che rende idealmente più corto il cofano della nuova 12 cilindri assolvendo anche funzioni di raffreddamento sia un concetto che arriva da quella Daytona spider che prende vita nel 1974. Un oggetto molto speciale che si ritrova, in termini di stile, anche in quella Meerà S che nel 1983 venne commissionata a Ferrari e su base 400i venne affidata alle sapienti mani di Michelotti per creare un oggetto che fosse non solo unico ma anche del tutto in linea ai gusti della famiglia reale saudita.
Oltre al design, certamente particolare ed in grado di evolvere le forme della 400i in modo elegante ma allo stesso tempo tangibile, la vettura venne sviluppata da Ferrari anche in termini di accessori tanto che questa “visione” futuristica per l’epoca portava con se il clima bizona, il tetto apribile elettrico e molti altri elementi tra cui uno specchietto retrovisore con telecamera che poi venne rimosso.
Ma l’idea c’era. V12, 4.800 cc, alimentata attraverso un complesso sistema di iniezione elettronica Bosch K-Jetronic, la vettura è stata oggetto di un importante restauro nel 2010 e rappresenta un oggetto indubbiamente interessante per stile, contenuti ma anche per il fatto di essere stata l’ultima opera di Giovanni Michelotti; ecco perché all’asta di Sotheby’s ci si attende un valore molto interessante di questa icona automobilistica il prossimo 2 febbraio…