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Icona, eccome. Si parla di nuova Ferrari in serie limitata, a prezzo bi-milionario, con ispirazione a un certo purismo anni Sessanta e motore V12: la Daytona SP3 2021.
Ve ne parliamo in articolo separato, con la visione anche live in anteprima e il commento video del nostro Emiliano. Qui invece, prendiamo spunto dalle citazioni della stessa Casa di Maranello, per il passato del Cavallino che ha ispirato questa nuova icona del 2021.
“Roba da Mondiale” mondiale marche, endurance sui circuiti di tutto il mondo a prendere applausi e fischi, secondo il caso. Sono le auto da guida “col pelo” per non ammazzarsi su una pista degli anni Sessanta, a ruote coperte ma non sempre in abitacolo chiuso.
Si parla di gloriose e vincenti barchette, di forme da sempre identificate come le più fascinose per delle auto da corsa.
Le vedete in foto, bianco e nero, ma non è un paragone forzato solo uno spunto di confronto, visto anche il valore differente del progetto stesso. Con i tempi moderni che fanno uscire questa icona 2021 senza velleità da podio iridato in gara, ma in garage: dei più veri – si spera – e possidenti conoscitori della Rossa “ammalati” per quei valori destinati, prima o poi, a sparire (vedi Euro7 e seguenti, per certi motori senza elettrificazione o biocarburante).
Sono quelli (i valori) di auto con certe caratteristiche necessariamente per pochi, visti i tempi e le regole stradali, mentre quelle del passato, le vedevano tutti in pista quando gli autodromi si affollavano e i box erano (quasi) free-access; con alcuni esemplari omologati per la circolazione a gratificare, o impegnare secondo i casi, chi li doveva gestire.
Le muse della Daytona SP3, elencate direttamente a Maranello, sono in ordine:
- la Ferrari 330 P4, non certo facile da imitare o replicare, ma presa a ispirazione anche per la gloria sportiva della foto: arrivo alla 24ore di Daytona del 1967, tre Rosse ai primi tre posti (non serve dire altro);
- Ferrari 330 P3, qui in rara foto del 1966 a fianco della contemporanea "mezza sorella" con metà dei cilindri: Dino 206 S (e... di un cane lupoide);
- Ferrari 312 P, qui in altra rara foto storica: 500 Km di Imola 1971, con il Clay che omaggia il Drake durante le qualifiche;
- Ferrari 512 S, altra gloria sportiva: in foto la numero 57 che pur velocissima, deve ritirarsi alla 1000 Km del Nurburgring 1970. In strada ne furono omologate solo 25;
- Ferrari 512 M, altra 12 cilindri a V (60°) di grande cubatura. Qui in foto un modello affidato al team americano Sunoco che nel 1971 fece la pole alla 12ore di Sebrig. Il motore usava una iniezione by Lucas;
- Ferrari 350 Can Am, rara derivazione della 330 per il Challenge oltre d’oceano nel 1967.
La connotazione moderna del purismo tecnico, unita alle potenzialità industriali Ferrari 2021, ha oggettivamente permesso di produrre una “icona” altrettanto bella, pura e moderna. Soprattutto senza i compromessi, anche per la sicurezza, dei modelli da gara di quel tempo. Certo che poi, al netto di finiture e comfort, quelle gare, con quei V12 stressati sotto alle forme gentili del tempo e le imperfezioni sensibili.. Resteranno per sempre un altra cosa.