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I motori plurifrazionati di grossa cilindrata non moriranno sotto i colpi delle norme contro le emissioni inquinanti, ma si evolveranno ancora. La prova è il recente deposito all’ufficio brevetti USA da parte di Ferrari di un brevetto riguardante un particolare sistema di combustione applicato ad un motore V12 con angolo tra le bancate di 90°, ma valido anche per altri frazionamenti e cubature.
Si tratta di una camera di combustione in cui sono presenti due candele, di cui una è collocata in una piccola pre-camera collocata centralmente nella camera di combustione principale. Nelle fasi in cui si richiede potenza la scintilla scocca dentro questa pre-camera, che attraverso delle aperture distribuisce la miscela aria-carburante ormai accesa nella camera di combustione principale in maniera più uniforme rispetto ai propulsori sprovvisti di questo sistema.
Nelle fasi di basso carico, come l’avvio del propulsore, specialmente quando le temperature del catalizzatore sono ancora basse e di conseguenza il dispositivo è meno efficiente e dunque il motore più inquinante, la scintilla viene fornita dalla candela della camera di combustione principale in maniera ritardata in modo da poter aumentare la porzione di aria nella miscela e riscaldare più velocemente il catalizzatore, tagliando così le emissioni.
«In breve – spiega l’ufficio tecnico della Casa di Maranello – il motore consente di ottenere alte prestazioni (dovute alla presenza della pre-camera posizionata al centro di ogni camera di combustione) ed emissioni di sostanze inquinanti ridotte».
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