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La Ferrari, nonostante la pandemia di COVID-19 e le dimissioni improvvise dell'amministratore delegato Louis Camilleri, nel 2020 ha tenuto botta. La casa di Maranello ha sì concluso il bilancio dello scorso anno con segno negativo, ma ha fatto registrare una crescita a doppia cifra nell'ultimo trimestre del 2020. Entrando nel merito dei risultati finanziari, la Ferrari nel 2020 ha consegnato 9.119 vetture, una flessione del 10% rispetto ai 12 mesi precedenti imputabile al fermo produttivo di sette settimane a causa della pandemia. La ripresa graduale della produzione del secondo semestre ha potuto solo attutire l'effetto del precedente stop.
Calano del 10,3% e del 9%, rispettivamente, le vendite di modelli a 8 e 12 cilindri. Le consegne, poi, sono state influenzate dalle scelte geografiche nell'introduzione dei singoli modelli. Le vendite della regione EMEA e dell'APAC sono in linea con il 2019, mentre le Americhe hanno fatto registrare una contrazione del 19,8%. Cina Continentale, Hong Kong e Taiwan hanno accusato una diminuzione del 45,5%, dovuta soprattutto alla decisione di anticipare le consegne al 2019.
I ricavi sono scesi in modo inferiore rispetto alle consegne: il calo è dell'8,0% a 3,46 miliardi di euro. La vendita di automobili e ricambi ha subito una flessione del 4,1%, mentre i motori del 24%; i primi hanno generato 2,835 miliardi, i secondi 151 milioni. Colpa, per i propulsori, del calo delle consegne di Maserati e delle minori forniture in Formula 1. Per via del minor numero di gare nel Circus nel 2020, il contributo delle sponsorizzazioni è sceso del 27,8% a 390 milioni.
L'Ebitda è sceso del 10% a 1,143 miliardi, per un margine del 33% (era al 33,7% nel 2019). L'utile operativo, invece, è sceso del 22% a 716 milioni. Sono dei dati, questi, superiori ai target fissati da Ferrari alla pubblicazione dei risultati del terzo trimestre. L'utile netto, invece, è calato del 24% a 534 milioni, con un Eps in diminuzione da 3,71 a 2,88, ma superiore alle previsioni aziendali di 2,8 euro. Peggiora l'indebitamento industriale netto, salito a 543 milioni dai 337 del 2019, sia per il riacquisto di azioni proprie che per la distribuzione di dividendi.
Il quarto trimestre 2020 ha restituito dei dati che evidenziano la ripresa della Ferrari. I ricavi, con un aumento delle consegne del 13% a 2,679 unità, sono saliti del 15% a 1,069 miliardi. Crescono anche l'Ebitda e l'utile operativo, rispettivamente dell'11% a 372 milioni (margine del 34,7%) e del 14% a 252 milioni (23,5% l'incidenza sui ricavi). L'utile netto è aumentato del 13%, toccando quota 188 milioni, mentre l'utile per azione è incrementato da 0,9 a 1,01 euro.
Per il 2021, fatte salve nuove restrizioni che influenzino le attività operative, la Ferrari conta di ritornare sul percorso di crescita degli anni precedenti alla pandemia. I target per il 2021 della Ferrari comprendono ricavi a 4,3 miliardi, l'Ebitda tra 1,45 e 1,5 miliardi (margine tra il 33,7% e il 34,9%), l'utile operativo compreso tra 970 milioni e 1,02 miliardi (22,6%-23,7% di incidenza sui ricavi), l'utile per azione tra 4 e 4,2 euro e i flussi di cassa di circa 350 milioni.