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6 anni fa fece scalpore il caso di una 250 GTO battuta all'asta per 32 milioni di dollari, seguita a ruota l'anno seguente da un altro esemplare che riuscì a strappare altri 20 milioni di dollari dalle tasche dei collezionisti. Del resto stiamo parlando di uno dei pezzi più pregiati della storia automobilistica mondiale, visto che oltre allo stemma del Cavallino parliamo di una vettura costruita per la strada e per la pista in soli 39 esemplari.
L'ultimo a sborsare una somma astronomica, che batte il precedente record del 2013, sarebbe stato David MacNeil, numero uno della società che produce accessori per auto WeatherTech. L'esemplare in questione risale al 1963 e deve la sua valutazione non soltanto alla inusuale vernice grigia con dettagli gialli, una rarità per la 250 GTO, ma alla sua lunga storia di gare in pista: nel 1963 finì al quarto posto la 24 Ore di Le Mans, nel 1964 vinse il prestigioso Tour de France e fra il 1964 e il 1965 prese il via a 14 gare.
La Ferrari 250 GTO fu acquistata negli Anni 80 dal francese Henri Chambon e poi venduta 17 anni dopo svizzero Nicolaus Springer. Venne restaurata negli Anni 90 dallo specialista DK Engineering, che in seguito ne avrebbe parlato come di uno fra gli esemplari migliori in termini di storia e originalità. La 250 GTO ha una linea inconfondibile, grazie al lungo cofano anteriore, agli archi passaruota avvolgenti e alla coda raccolta, ma il suo blasone deriva dal fatto che è stata un modello da corsa in grado di ottenere prestigiose vittorie in tutta Europa. Il suo motore è un V12 3.0 da 300 CV. La carrozzeria è stata messa a punto da Sergio Scaglietti con la supervisione di Giotto Bizzarrini, a capo del progetto.