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28 Luglio. Racconto di mezza Estate. Vado dalla Toscana al Trentino. Decido per la moto e per la A1, che raggiungo con le solite code sulla Fi-Pi-Li nata e mantenuta dissestata. L’idea è passare sul tratto originale della Firenze-Bologna per godermi il fresco di quella che ora chiamano “Panoramica”. Passo indietro.
Della Variante di Valico, l’”opera” per decongestionare il traffico autostradale tra Firenze e Bologna (e viceversa), si parla da 35 anni. Il primo progetto, Pier Luigi Spadolini, è di ormai 40 anni fa, da 25 si discute su chi e come deve farla, da 20 si son messi al lavoro. Come per incanto, o per miracolo, il 23 Dicembre 2015 è inaugurata la A1 Var, 32 chilometri di gallerie tra Barberino e La Quercia. Da allora si può scegliere tra la nuova “Direttissima” e la vecchia “Panoramica”. Il “preventivo” era di due miliardi e mezzo, siamo già a oltre 4. Già scegliere, oggi, è un privilegio, ma vi dico che quando hanno aperto la Direttissima... la Panoramica era un’autentica goduria. Traffico zero, fondo buono e, magari questa è leggenda, autovelox spenti. Una meravigliosa gita in montagna, curvoni, panorami e aria tersa.
Arrivo a Barberino e sto attento, non è intuitivo prendere la via giusta, ma non c’è bisogno di ammattire: la Panoramica… è chiusa! OK, magari il terremoto, le cavallette, e mi infilo sottoterra. Si viaggia piano, a destra fila ininterrotta e disciplinata di camionisti, a sinistra piloti assatanati a caccia di un varco per passare quei furgoni che, 3 chilometri più veloci dei camion, bivaccano sulla corsia di sorpasso. È andata male, mi rifaccio al ritorno…
… Verona, Modena, Bologna, Sasso Marconi Nord. Casello nuovo. Lì si esce solo con il telepass. E se uno non ce l’ha? Metti che è straniero. Esce prima o dopo, oppure foto, verbale e sanzione. Estremi per un’imputazione di sequestro-di-persona-in-autostrada? Vado avanti. Pochi chilometri e inizia un cantiere. Il cantiere totale. Tutti dall’altra parte, si va via sulla corsia di sorpasso… contromano a 60 all’ora. Lavori in corso, ma su quel romantico cartello bisognerebbe lasciare montagnola di terra e pala, e togliere l’omino.
Non c’è traccia di essere umano al lavoro, ma neanche una scavatrice, una ruspa, una carriola. Nulla, solo birilli arancioni per tutto il tratto. Quei coni di guida e allerta che per metterli giù ci vuole un equipaggio. Un camion, uno alla guida, uno a passare i birilli e uno sul predellino a lasciarli cadere uno a uno, punto e frequenza esatti, mentre il convoglio al lavoro procede a 2 chilometri l’ora. Questo è quanto, il tratto è chiuso, mi pare di aver capito da Aprile. La Panoramica è abbandonata, tornerà ad essere un viottolo nella vegetazione! Beh, stiamo tranquilli, capita, finirà e mi potrò godere un po’ di fresco e una coca al passo.
Non sono ancora entrato in Toscana, invece, e arriva la doccia fredda. Pian del Voglio, autostrada chiusa, si paga e si esce, il sogno è durato meno di 30 chilometri. La triste realtà era peraltro annunciata da uno di quei cartelli artigianali gialli con il rebus di una disgrazia che non fai mai in tempo a leggere. Comunque, un chilometro e mezzo di curve e rientro… sulla Direttissima.
Mi ri-infilo nel tubular e ricomincio a salire di temperatura. Roast beef anche al ritorno. Mi sa che si sono dimenticati l’aerazione, o è guasta o sottodimensionata. Una volta un pericolo della A1 era che arrivavi come un missile sul curvone in discesa verso Barberino, e ti capitava di trovare le due corsie della galleria murate di automobili ferme. Inchiodata, scarica di adrenalina e ABS, e senso di colpa perché andavi troppo forte.
Oggi è diverso. Le corsie sono tre, vai piano perché c’è un traffico bestiale, più macchine, più lavori, più… tutor, così il muro di macchine in galleria lo vedi con largo anticipo. In compenso, forse perché privato del senso di colpa della velocità mancata, passi alla velocità del posa-birilli tra le macchine ma ti incazzi lo stesso come una biscia mentre vai arrosto. Perché? Perché sulla tua testa è un’apoteosi di messaggi luminosi che ti prendono per il culo: “Modera la velocità”, “Rallenta”, “Possibili code in galleria”. Diobuono!
Finalmente, il tempo di percorrenza è ormai tabella B di enduro su mulattiera devastata dalla pioggia, rivedo la luce a Barberino e mi sembra di essere su un altro pianeta.
Si, è il pianeta Jakku, il cimitero delle astronavi di StarWars! Si procede su due delle tre corsie in preparazione, ora tutti verso destra ora tutti verso sinistra, e così via. È una danza, serpentone a destra, serpentone a sinistra guidati dal ritmo della segnaletica orizzontale gialla. Non c’è un’anima al lavoro, solo enormi cassoni di metallo, travi e giganteschi corpi morti di cemento armato, probabilmente stampi e prototipi di dinosauri dell’inizio dei lavori. Bologna-Firenze. 100 chilometri. Un’ora e tre quarti. Gli 8 euro dei “20 minuti risparmiati” li hanno voluti tutti.
Conclusioni e morale. Un’ora e tre quarti? Ci ripenso. Non siamo lontani dal tempo che avrei impiegato tra Casalecchio e Pistoia sulla vecchia, cara, davvero panoramica Strada Statale 64, la Porrettana. Ecco quello che consiglio. Al posto di un viaggio-avventura sull’autostrada, se potete lasciate perdere e non perdetevi, invece, l’occasione di fare un po’ di turismo.
Per ogni mèta italiana c’è una stupenda, antica via panoramica come cura dell’alienazione autostradale. Prendetevi mezza giornata, caffè, pane vero, marmellate, ombra, sosta libera, fontane, borghi e cittadine, artigianato, mercati, campanili e piazzette, taglieri di salumi, formaggi, mostarde, funghi, tartufi, tagliatelle al ragù, spezzatino, tagliate, bistecconi, ribollita. La scelta è vostra, la scelta è ampia, è parte dello “studio ambientale” e sicuramente non rimarrete sorpresi come per quelle colazioni con gratta e vinci al prezo di un furto e 99 centesimi all’autogrill.
Soprattutto, invece di incazzarvi sarete felici. Anche di sapere che le autostrade italiane lo fanno per voi, che quell’eterna promessa di terza corsia è un espediente per farvi fare del sano turismo e scoprire il vostro, o nostro, magnifico Paese!
3. Continua…