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Il comitato esecutivo di Federauto, che rappresenta i 3.600 concessionari di auto, veicoli commerciali, veicoli industriali e autobus, di tutti i brand commercializzati in Italia (1 milione 200mila addetti tra reti di vendita e assistenza, compreso l’indotto), ha deliberato di non scendere in piazza, pur avendo il potere di creare serie difficoltà a una larga parte della mobilità su gomma.
«Si tratta – ha dichiarato il presidente di Federauto, Filippo Pavan Bernacchi - di una scelta responsabile, come è nostra consuetudine, per non arrecare una grave difficoltà ai cittadini e
perché ci rendiamo conto che il Presidente Monti non ha alternative per impedire il fallimento del nostro Paese.»
«Lo diciamo noi che da qualche mese – prosegue - siamo al centro di una serie di violenti aumenti dell’ imposizione fiscale, alle nostre aziende e ai nostri clienti. Ricordiamo il rincaro dell’Iva, dell’Ipt, delle accise sui carburanti, del superbollo per le auto prestazionali, nuove e usate.»
«Nessuno più di noi avrebbe diritto di scendere in piazza, di erigere barricate, ma anche questa volta ha prevalso la via del dialogo con le Istituzioni. Per questo - ha concluso Pavan Bernacchi – chiediamo al Governo Monti e ai suoi Ministri di programmare urgentemente un incontro per studiare scelte in grado di trainare il comparto fuori dal pantano in cui versa. Vanno benissimo i tagli alle spese e le tasse ma è ora di parlare di sviluppo e, come in passato, i tanto tartassati autoveicoli si candidano a traghettare la ripresa.»