Federauto: no ai concessionari in piazza ma si al dialogo

Federauto: no ai concessionari in piazza ma si al dialogo
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Alla ricerca del dialogo con il Governo Monti, Federauto ha deliberato alle concessionarie di non scendere in piazza per non arrecare difficoltà ai cittadini
12 dicembre 2011

Punti chiave

Il comitato esecutivo di Federauto, che rappresenta i 3.600 concessionari di auto, veicoli commerciali, veicoli industriali e autobus, di tutti i brand commercializzati in Italia (1 milione 200mila addetti tra reti di vendita e assistenza, compreso l’indotto), ha deliberato di non scendere in piazza, pur avendo il potere di creare serie difficoltà a una larga parte della mobilità su gomma.

«Si tratta – ha dichiarato il presidente di Federauto, Filippo Pavan Bernacchi - di una scelta responsabile, come è nostra consuetudine, per non arrecare una grave difficoltà ai cittadini e
perché ci rendiamo conto che il Presidente Monti non ha alternative per impedire il fallimento del nostro Paese.»

«Lo diciamo noi che da qualche mese – prosegue - siamo al centro di una serie di violenti aumenti dell’ imposizione fiscale, alle nostre aziende e ai nostri clienti. Ricordiamo il rincaro dell’Iva, dell’Ipt, delle accise sui carburanti, del superbollo per le auto prestazionali, nuove e usate.»

«Nessuno più di noi avrebbe diritto di scendere in piazza, di erigere barricate, ma anche questa volta ha prevalso la via del dialogo con le Istituzioni. Per questo - ha concluso Pavan Bernacchi – chiediamo al Governo Monti e ai suoi Ministri di programmare urgentemente un incontro per studiare scelte in grado di trainare il comparto fuori dal pantano in cui versa. Vanno benissimo i tagli alle spese e le tasse ma è ora di parlare di sviluppo e, come in passato, i tanto tartassati autoveicoli si candidano a traghettare la ripresa.»

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