Federauto: dicembre 2011 -16%

Federauto: dicembre 2011 -16%
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Si è recentemente chiuso un anno molto difficile per il settore dell’automotive, che nel solo dicembre in Italia, stando ai dati diffusi da Federauto a fine mese, avrebbe fatto segnare un calo del 16%
2 gennaio 2012

Punti chiave

Federauto ha diffuso al termine dello scorso mese una stima relativa al mercato italiano dell’auto nel dicembre 2011, che si è concluso con circa 110.000 immatricolazioni all’attivo, facendo così registrare un calo del 16% rispetto allo stesso periodo nello scorso anno, facendo così chiudere l'intero 2011 con circa 1.745.000 immatricolazioni, rappresentando un calo di circa l'11% sul già scarso 2010.

Filippo Pavan Bernacchi, Presidente di Federauto, si è così espresso in merito: «Si è chiuso un anno tragico dove siamo passati dagli incentivi del 2009 ai disincentivi del 2011. Le accise sui carburanti, l'aumento dell'Imposta Provinciale di Trascrizione, il superbollo per le auto prestazionali, gli aumenti dell'IVA, dell'RC, dei pedaggi autostradali.Mi verrebbe da dire dell'aria che respiriamo, ma mi trattengo. Un attacco concentrico e insensato al mondo dell'auto e ai nostri clienti.»

«Se lo Stato non interverrà, il 2012 – prosegue - esprimerà meno di 1.700.000 pezzi, il che si tradurrà in una ecatombe di posti di lavoro, di concessionarie distrutte con un forte danno per lo Stato stesso, che introiterà miliardi di Iva e tasse varie in meno. È evidente che se si aumentano solo le tasse crollano i consumi. E la nostra società, senza consumi, può già dichiarare bancarotta.»

Federauto ha inoltre sottolineato che il comparto dà lavoro in Italia a 1.200.000 persone, pesa sull'11,4% del Pil e contribuisce al gettito fiscale nazionale nella misura del 16,6%. Numeri indispensabili per il nostro Paese che meritano rispetto e soprattutto una grande attenzione.

Pavan Bernacchi ha poi aggiunto: «Fino ad ora, con grande senso di responsabilità, abbiamo lasciato che lo Stato per salvare l'Italia ci danneggiasse fino quasi a distruggerci. Però confidiamo che a gennaio nel pacchetto "cresci Italia" l'auto possa rientrare da protagonista. Abbiamo bisogno di supporti alla domanda per tenere in vita le nostre aziende, dare continuità ai nostri dipendenti, e continuare nel processo di svecchiamento del parco auto con benefici per l'ambiente e la sicurezza. Siamo a disposizione del Governo per illustrare il nostro piano di crescita e rilancio. L'Italia può ripartire anche dall'auto.»

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