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La data che dovrebbe fare finalmente chiarezza sulla questione della ventilata fusione tra FCA e Renault annunciata la scorsa settimana è quella di domani martedì 4 giugno 2019. Domani, infatti, il consiglio di amministrazione del Gruppo francese si esprimerà sulla proposta avanzata dal Gruppo italoamericano, che prevede uno scambio azionario al 50%.
Il nodo principale sia al di qua che al di là delle Alpi è il mantenimento dell’occupazione. Se FCA ha assicurato che «I benefici dell’operazione proposta non si otterrebbero con la chiusura di stabilimenti ma deriverebbero da investimenti più efficienti in termini di utilizzo del capitale in piattaforme globali dei veicoli, in architetture, in sistemi di propulsione e in tecnologie», dall’altra c’è la sponda francese che chiede garanzie sostanziose al fine di mantenere la propria di capacità produttiva.
A maggior ragione alla luce del fatto che lo Stato francese è ad oggi il maggiore azionista di Renault con il 15% e un’eventuale riduzione della forza lavoro avrebbe ripercussioni pesanti sul piano politico. Intanto il Ministro dell’Economia francese si è detto favorevole all’operazione di costituzione del supergruppo FCA-Renault.
Per Bruno Le Maire si tratta di una «reale opportunità per Renault e l'industria automobilistica francese», sottolineando però che sarà necessario garantire il «rigoroso rispetto delle quattro condizioni» perché l'unione con Fca vada in porto: «Rispetto dell'alleanza Renault-Nissan, tutela dei posti di lavoro e degli stabilimenti industriali, governance equilibrata e partecipazione del futuro gruppo al progetto europeo sulle batterie elettriche».
Secondo le indiscrezioni recenti riportate dalla Reuters, dalle ultime trattative sarebbero in discussione alcune variazioni alla proposta originaria di FCA. Tra queste vi sarebbero il mantenimento degli attuali livelli occupazionali per 4 anni, anziché almeno 2 come inizialmente proposto, un posto nel cda sui 9 totali allo Stato francese e lo spostamento della sede operativa a Parigi, mantenendo quella legale sempre in Olanda, paese che assicura notevoli vantaggi fiscali e finanziari.
Il Ministro del Lavoro e vicepremier Luigi Di Maio ha risposto dicendo di essere in contatto con i vertici di FCA: «Stiamo seguendo come Governo l’operazione FCA-RENAULT che, vista la portata, vede il nostro Paese tra i suoi protagonisti. L’obiettivo dichiarato di questa operazione è una partnership tecnologica che permetta lo sviluppo di nuovi prodotti e la crescita del comparto automotive in Europa e in Italia. Stiamo monitorando l’operazione per conoscere il notevole valore aggiunto che dovrà portare all’Italia.
Il mio auspicio è che possa creare più lavoro, portando più tecnologia e più crescita al nostro mercato dell’automotive, ma a quanto si apprende pubblicamente, le trattative sono ancora in corso. Diamo per scontato che si salvaguardino prima di tutto i lavoratori e che, piuttosto, attraverso il mantenimento e il potenziamento del piano di investimenti sugli stabilimenti italiani, questi aumentino nel prossimo futuro.
Lo Stato ha già supportato e supporta FCA in Italia e lo ha fatto attraverso entrambi i ministeri che ho l’onore di dirigere, sia nell’interesse dei lavoratori che dell’azienda. Lo ha fatto prima di tutto nel rispetto della tradizione di un marchio indissolubilmente legato all’Italia e alla sua storia e che ci auguriamo continui a essere rispettato, perché solo in quel caso staremmo parlando di un’operazione di crescita e sviluppo aziendale come da noi intesa».