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A benedire la fusione tra FCA e PSA annunciata come ufficiale ieri è oggi anche il primo ministro Giuseppe Conte, che in un’intervista a La Stampa definisce l’accordo tra i due gruppi «una grande opportunità per l'Italia e per l'Europa».
Per Conte il nascituro colosso europeo, che sarebbe il quarto al mondo per volumi, «può segnare la nascita di un importante polo per l'innovazione e lo sviluppo, con effetti benefìci per il resto dell'economia europea e nazionale».
Conte non è preoccupato per le conseguenze sull’occupazione italiana che si avranno dalla fusione, anche se dice l’attenzione del Governo è alta: «La garanzia che i livelli occupazionali saranno tutelati e mantenuti è messa nero su bianco nella comunicazione congiunta di Fca-Psa. Su questo tutta la squadra di Governo parla con un'unica voce, esprimendo apprezzamento per l'operazione conclusa ma al tempo stesso monitorando con attenzione le evoluzioni sul fronte occupazionale, con riguardo non solo agli stabilimenti produttivi ma anche a tutto il comparto dell'indotto. Per questo Governo la stabilità dei posti di lavoro è cruciale».
E sulla presenza dei rappresentanti dei dipendenti nel futuro cda dice: ««È la dimostrazione che nelle scelte decisive che interessano la crescita e lo sviluppo del sistema-Paese la sinergia tra azienda e lavoratori è uno strumento vincente. Si tratta di un nuovo modello di governance che guarda al futuro, che può saldare in un'unica stretta di mano le prerogative di tutti gli stakeholders, l'interesse di Stato e la tutela dei lavoratori».
Il premier guarda anche con interesse alla conversione all’elettrico che sta interessando tutto il settore: «La rivoluzione dell'auto è ora e noi siamo qui a sostenerla. Con l'accordo di Sviluppo firmato con Fca, Invitalia e Regioni, dal Mise arrivano 27 milioni di euro per sviluppo e produzione di veicoli a motore ibrido ed elettrico. La 500 elettrica che esce da Mirafiori può essere il simbolo di una crescita economica nel segno del "green", così come la prima 500 fu l'immagine del boom economico italiano. Nella manovra 2020, non fra 10 anni, abbiamo già scritto che il futuro che immaginiamo deve farsi spazio già nel presente. Penso alle misure per la green mobility, tra le quali l'obbligo dal 2020 per la Pubblica amministrazione di dotarsi per il 50% di macchine ibride, elettriche o a idrogeno».