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Si terranno il 4 gennaio del 2021 le assemblee degli azionisti di FCA e PSA per l'approvazione dell'accordo di fusione che darà vita al quarto gruppo automoblistico al mondo per volumi di vendita, Stellantis. Si tratta di un pro forma, dal momento che gli azionisti di riferimento - Exor, la holding della famiglia Agnelli, per FCA e gli eredi Peugeot per PSA - hanno ripetutamente espresso il proprio parere favorevole all'operazione. Exor, peraltro, detiene il 44,2% dei diritti voto. Con l'appoggio dei grandi fonti di investimento e pensionistici, non ci dovrebbero essere grandi opposizioni. Stesso discorso anche per PSA, in cui la famiglia Peugeot, la cinese Dongfeng e la banca Bpifrance contano quasi sul 50% dei diritti di voto.
Il via libera dei soci è solo una delle condizioni sospensive dell'accordo. Il nodo sulla carta più spinoso è il nulla osta delle autorità antitrust, con Bruxelles ancora alla finestra. Ma anche in questo caso si è molto vicini alla quadra, perché le preoccupazioni della Commissione Europea sull'impatto della fusione sul segmento dei veicoli commerciali dovrebbero essere state dissipate dalla proposta, presentata a settembre, di un rafforzamento della partnership tra PSA e Toyota.
La scadenza per l'ok alla fusione da parte della Commissione è fissata per il 2 febbraio, ma potrebbe arrivare in anticipo. Lo ipotizza il quotidiano Les Echos, secondo il quale l'approvazione delle due assemblee rappresenterebbe l'ultimo passo prima della fusione. Ciò presupporrebbe che l'autorizzazione della Commissione Europea arrivi prima. La scadenza per il perfezionamento della fusione tra FCA e PSA, lo ricordiamo, è al momento fissata entro il primo trimestre del 2021.