FCA, le rassicurazioni di Gorlier: «Non sposteremo la produzione all'estero»

FCA, le rassicurazioni di Gorlier: «Non sposteremo la produzione all'estero»
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FCA non sposterà la produzione verso l'estero: lo ha confermato il responsabile EMEA del gruppo, Pietro Gorlier
26 giugno 2020

«Non spostiamo nessuna produzione all'estero. I nostri sviluppi produttivi sono in Italia dove la produzione aumenterà»: la rassicurazione arriva dal responsabile EMEA di FCA, Pietro Gorlier, nel corso di un'audizione in Senato via web all'indomani dell'approvazione da parte della Corte dei Conti del prestito da 6,3 miliardi di euro con garanzie statali.

 «Naturalmente - concede Gorlier - siamo una multinazionale e faremo anche cose all'estero». E «riassorbiremo l'occupazione nel 2022-2023», ha assicurato. Quanto all'impatto della crisi post COVID-19 sul comparto dell'automotive, Gorlier spiega: «Il mercato italiano dell'auto potrebbe subire quest'anno un calo del 35%. Per rilanciare il settore bisogna ampliare gli incentivi all'ibrido leggero per rimettere in moto tutta la filiera e smaltire i veicoli in stock fermi presso i concessionari».

Parlando di un futuro sostenibile dell'auto, Gorlier ha aggiunto: «Se l''obiettivo è la decarbonizzazione della mobilità è fondamentale la sostituzione del parco circolante, con il sostegno al rinnovo delle auto vecchie 10 anni. Noi riteniamo che la soluzione ottimale sia supportare le auto con valore sotto i 10.000 euro, come la Panda ibrida leggera fatta a Pomigliano». Ma è fondamentale che infrastrutture adeguate consentano il boom del mercato dei veicoli elettrici, che, secondo le stime di Gorlier, nei prossimi dieci anni arriverà a contare per l'80% del mercato. 

«Per sostenere questa crescita - ha spiegato - serviranno in Italia 170.000 punti di ricarica, mentre oggi ce ne sono 10.000. Bisogna accelerare questo processo, altrimenti ci sarà una barriera alle vendite di elettriche con effetto negativo per i costruttori che non riusciranno a venderle, per le emissioni che non si abbasseranno e perché i target europei non potranno essere raggiunti». Bisogna poi tenere conto del fatto che il prezzo dell'energia per la ricarica che è più alto di altri Paesi europei e il costo della ricarica pubblica molto più alto rispetto a quella che si fa a casa. Gorlier ha poi evidenziato un altro nodo con il passaggio alla produzione di auto elettriche: «c'è il problema della significativa riduzione di manodopera nel settore automobilistico».

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