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La Guardia di Finanza ha perquisito gli uffici del gruppo FCA nell'ambito di un'indagine della Procura di Torino collegata ad un'inchiesta parallela da parte delle autorità giudiziarie tedesche. Il nucleo di Polizia Economico-Finanziaria delle Fiamme Gialle di Torino, su decreto della Procura del capoluogo piemontese, ha inviato degli agenti nelle sedi di alcune società del gruppo per raccogliere prove riguardo ad una presunta frode in commercio. Secondo gli inquirenti, su alcuni modelli del gruppo potrebbero essere stati installati dispositivi di controllo del motore non conformi alla regolamentazione europea.
In condizioni reali di guida, le emissioni inquinanti sarebbero superiori a quelle rilevate al banco prova durante l'omologazione. Se così fosse, si tratterebbe di una contravvenzione dell'articolo 5, paragrafo 2, del regolamento CE 715/2017, che vieta l'omologazione di veicoli dotati di software o dispositivi che aggirino i limiti sulle emissioni delle vetture. Affidata al procuratore aggiunto Vincenzo Pacileo, l'indagine è condotta in collaborazione con la procura di Francoforte, che ha aperto un'inchiesta analoga in Germania. Gli elementi raccolti dalla procura torinese potrebbero arricchire il fascicolo aperto nel 2017 contro ignoti in seguito alle indagini su FCA condotte dopo il Dieselgate di Volkswagen.
Da Francoforte arriva la conferma che l'indagine interessa i motori diesel della Family B, cioè i Multijet da 1.3, 1.6 e 2.0 litri di cilindrata: omologati Euro 6, sono impiegati su modelli Alfa Romeo, Fiat e Jeep. Ma sono coinvolti anche i propulsori Light e Heavy Duty: i 110 Multijet (F1AE3481G), 115 Multijet (250A1000), 150 Multijet (F1AE3481D) e 180 Multijet (F1CE3481E) sfruttati da veicoli Fiat e Iveco. In Germania, i veicoli interessati sarebbero oltre 200.000; tra questi, anche dei camper. In totale, le sedi perquisite tra Italia, Svizzera e Germania sono dieci, di cui tre in Piemonte.
In una nota diffusa alla stampa, il gruppo FCA ha confermato gli accertamenti svolti in alcune sedi europee. «L'Azienda si è subito messa a disposizione degli inquirenti e ha fornito ampia collaborazione negli accertamenti», si legge. E FCA, si precisa sta «esaminando i relativi atti per poter chiarire ogni eventuale richiesta da parte della magistratura». Lo stesso commento sulla vicenda arriva anche da Cnh Industrial, per conto della sua controllata, Iveco.