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Se sarà stato davvero un affare quello delle “nozze” tra FCA e PSA lo dirà il tempo. Intanto saranno gli azionisti di FCA ed Exor a farlo, grazie alla maxicedola straordinaria che incasseranno alla chiusura dell’accordo.
«FCA distribuirebbe ai propri azionisti un dividendo speciale di 5,5 miliardi di euro, nonché la propria partecipazione in Comau. Inoltre, sempre prima del perfezionamento dell’operazione, Peugeot distribuirebbe ai propri azionisti la partecipazione del 46% detenuta in Faurecia», hanno annunciato i due Gruppi, quantificando il premio che i detentori dei titoli incasserebbero dall’operazione.
Di questi, 1,6 miliardi, andranno alla famiglia Agnelli-Elkann ed affini, attraverso Exor, cioè la cassaforte della dinastia torinese, che incasserebbe un extra dividendo per la seconda volta quest’anno dopo la cessione di Magneti Marelli alla Calsonic Kansei per 5,8 miliardi che ha fruttato ad ogni investitore 1,3 euro ad azione su un totale di 2 miliardi. Di questi, circa 600 milioni sono finiti nelle casse di Exor. In ogni azionista otterrà la partecipazione in Comau, la società di robotica che sarà separata dal gruppo attualmente valutata 250 milioni.
Nel caso di Exor, la fusione con PSA frutterà «quasi il 60% dei dividendi intascati negli ultimi dieci anni dalle partecipate Fca, Ferrari, Cnh e più recentemente Partner Re», fa osservare Il Sole 24 Ore. «Dall'operazione con Psa verrà generato molto valore e un significativo vantaggio per tutti gli stakeholders», ha confermato affermando l’ad di FCA Mike Manley aprendo la conference call per illustrare i risultati trimestrali.
Il dividendo straordinario non va giù per ora ai sindacati, preoccupati dal riordino della rete produttiva italiana, nonostante PSA ed FCA abbiano tranquillizzato sin da subito su questo aspetto parlando di risparmi sui costi che «non si basano su alcuna chiusura di stabilimenti».
Un timore che si sente anche Oltralpe, se FIOM e l’omologa francese CGT hanno diramato entrambe dei comunicati critici sul deal: «L’accordo tra Fca e Psa genererebbe da subito un risultato positivo per gli azionisti con una cedola di 5,5 miliardi che si aggiungerebbero ai risultati ottenuti con la vendita di Magneti Marelli. La Fiom ritiene che bisogna investire le risorse finanziarie per rilanciare un piano industriale che saturi la capacità produttiva con nuovi modelli innovativi ed ecologici. La Fiom chiede l’apertura di un confronto con l’azienda e la garanzia del governo per far ripartire gli stabilimenti italiani, oggi tutti in cassa integrazione, e garantire l’occupazione e la capacità di ricerca, sviluppo, ingegnerizzazione e produzione, dall’assemblaggio alla componentistica, nel nostro paese», ha chiesto il sindacato dei metalmeccanici.