Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
Come sempre si parla del destino di FCA come qualcosa in divenire a grandi balzi, non solo nelle gamme di Fiat, Alfa, Abarth, Lancia o Jeep, più elettrificate. Si parla anche di legame tra il colosso italo americano e un gruppo francese. Abbiamo già parlato più volte di PSA e Renault come ipotetiche Case legate a FCA, ma non si è mai arrivati al dunque. Pure se il presidente Elkann, qualche mese fa in Bocconi, annunciò di persona al mondo la volontà di unirsi ai francesi.
Suona davvero strano ascoltare un presidente di questo livello, che "spreca parole" verso Renault per poi cadere, dopo pochi mesi, tra le braccia di PSA. Eppure... Ora, dopo i titoli, di articolo su giornali e agenzie quotate, la nuova ipotesi di un gigante automobilistico del valore di 50 miliardi di dollari. La fusione alla pari o altra forma di cooperazione, tra Fiat Chrysler Automobiles e PSA.
Vedremo la nuova erede della Fiat Punto imparentata con la 208 e la C3? Tutti i mezzi commerciali Fiat Professional fratelli gemelli di Peugeot, Citroen (già accedde in parte) e pure Opel? L'erede attesa a maggior popolarità di Alfa Romeo Giulietta con i piccoli motori PureTech su pianale francese della 308? No, la futura erede Giulia no: farebbe troppo male ai pochi alfisti che pagano per comprare ancora oggi una grande berlina del Biscione, sapere che i critici direbbero si tratti di una 508 con stile italiano. In ogni caso di questa fusione o alleanza equilibrata, se ne era già parlato e finchè restano solo intenzioni, confermate oggi da Londra (sede FCA) a muoversi per davvero sono solo i titoli finanziari in borsa (per esempio Fiat Chrysler Automobiles - FCA NV - NL0010877643 e PEUGEOT S.A. - FR0000121501).
Tra le indubbie doti di FCA la presenza sul mercato americano, che varrebbe, secondo certe ipotesi, la presidenza confermata ad Elkann. Carlos Tavares potrebbe essere invece l’amministratore delegato di un gruppo estremamente forte a livello globale, con FCA che beneficia del buon posizionamento francese sui fronti di elettrificazione e mercato Asia.
Da vedere però, oltre all’industria, cosa ne pensa la politica. Quella che in Francia conta e mette parola nelle sorti di grandi aziende. A noi italiani in ogni caso rimarrà potenzialmente poco, per quanto riguarda finanze e fisco della capogruppo a cui appartengono marchi storici del nostro automobilismo. Lo sapete come viene definito in breve il colosso dell'auto che si è "mangiato" la tedesca Opel e l'inglese Vauxhall? Le Groupe, in francese. Poco probabile che chi ha coniato il termine lo traduca in italiano aggiungendo Fiat e relativa galassia di marchi tricolori. D'altra parte molti giornalisti e i nostri stessi giovani, nelle piazze delle grandi città nostrane, usano già parlare di Fiat o Alfa come nella piazza finanziaria che da qualche anno ospita le azioni della capogruppo, il NYSE americano: è in arrivo il nuovo "es-iu-vi" della "ef-si-ei". A volersi identificare meglio, cambieranno un po' gli accenti...