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Il gruppo FCA continua a far parlare di sé non solo in madre Patria, che poi è più d’una pensando oggi a USA (gruppo Chrysler) e Italia (galassia Fiat). Rimanendo al Bel Paese e guardando al prossimo Investor Day di metà anno, sono molte le decisioni importanti da prendere, o meglio divulgare nel dettaglio al popolo di investitori. La gamma FCA attuale è lacunosa rispetto ai competitor in quanto a livelli (per qualcuno crescenti da qualche anno, per FCA fermi a zero o quasi) sia di elettrificazione sia di guida autonoma. Due punti ineluttabili per il mondo auto del prossimo decennio e che di sicuro non si prendono “in mano” con pochi anni di anticipo. In ogni caso a giugno sapremo qualcosa in più, circa quanto accadrà quando Marchionne non sarà più nell’attuale posizione di gran capo e altri seguiranno le sue impronte lungo un percorso parzialmente già tracciato.
Particolare interesse mediatico ma anche di effettivo prestigio in seno al gruppo, alimentato da nuovi modelli certamente attesi e di interesse (come il SUV medio di Alfa, o gli elettrificati Jeep) lo avrà la sorte di due marchi nazionali amatissimi e premium, come Alfa Romeo e Maserati: per loro si parla di una concentrazione in unico “polo” modenese, cui potranno fare capo alcune divisioni aziendali condivisibili per i brand storicamente votati allo sport (vero, come la F1 per Sauber Alfa o i Trofei per Maserati) e a una gamma di livello premium sulle strade. Quanto effettivamente scaturirà dalle scelte strategiche attuali, verso gli anni Venti, lo comprenderemo dopo le conferme ufficiali, intanto i titoli azionari (in mano a coloro i quali Marchionne formalmente parlerà a giugno) continuano a fluttuare significativamente sui mercati, con alta movimentazione (in media superiore ai dieci milioni di pezzi giornalieri) e molti lavoratori dedicati al mondo dei motori a gasolio, sui quali Fiat e Magneti Marelli si distinsero positivamente già da fine anni Novanta, si preoccupano guardando al futuro dei propri stabilimenti.