FCA, accordo con i sindacati per la ripresa produttiva

FCA, accordo con i sindacati per la ripresa produttiva
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FCA ha raggiunto un accordo con i sindacati per la ripresa della produzione nei propri stabilimenti nella fase 2 dell'emergenza Coronavirus. I dettagli
10 aprile 2020

Anche FCA si prepara a ripartire: il gruppo ha raggiunto l'intesa con le sigle sindacali sulle linee guida per ricominciare la produzione dopo il fermo causato dalla pandemia di Coronavirus. L'accordo è stato sottoscritto da Fim, Uilm, Fismic, Uglm, Associazione Quadri e Fiom. Il piano prevede l'implementazione di diverse misure nelle unità produttive con l'ausilio dei rappresentanti sindacali locali e dei rappresentanti per i lavoratori per la sicurezza. Se alcuni provvedimenti erano già stati presi prima dello stop decretato dal governo, altri sono nuovi. Tutte le misure sono state approvate dai principali virologi italiani, tra cui il Professor Roberto Burioni. 

Tra le misure, che saranno comunicate ad ogni lavoratore tramite WhatsApp ed email prima della ripresa, ci sono la sanificazione delle aree di lavoro, effettuata prima della ripresa e successivamente periodicamente; il mantenimento della distanza di un metro, con la revisione delle postazioni e l'impiego di barriere protettive; la possibilità dello smart working per chi può lavorare da remoto; l'utilizzo di un kit di protezione, con due mascherine chirurgiche e un paio di guanti per ogni giornata lavorativa e un paio di occhiali al mese; la tutela per i soggetti più deboli; la misurazione della temperatura prima di entrare in ufficio; e lo scaglionamento delle pause e la possibilità di consumare il pasto in mensa a fine turno, per evitare assembramenti. 

L'azienda fornirà poi kit con materiale sanitario - gel igienizzanti, prodotti per la pulizia di superfici e saponi aggressivi - a disposizione dei lavoratori nelle aree di lavoro e di relax, nei servizi igienici e negli spogliatoi. FCA ha fatto anche sapere che si interfaccerà con le autorità locali per garantire modalità di trasporto sicure ai dipendenti nel tragitto casa-lavoro; la cassa integrazione, fanno sapere dal gruppo, sarà implementata a rotazione. Anche l'ingresso di personale esterno sarà monitorato accuratamente, con la misurazione della temperatura da parte di personale medico.

I dipendenti saranno adeguatamente formati prima del rientro sulle modalità di igienizzazione delle mani, le misure da rispettare in mensa e in caso di riunioni e sulle procedure di emergenza per affrontare i sintomi da COVID-19. Una formazione, questa, che proseguirà una volta ripreso il lavoro, grazie alle piattaforme di e-learning del gruppo e i canali di comunicazione interna. La ripresa delle attività è naturalmente subordinata alle decisioni del Governo sull'inizio della "fase 2" nella gestione dell'emergenza Coronavirus: dalle indiscrezioni circolate negli ultimi giorni, in ogni caso, pare che FCA abbia intenzione di far ripartire per prime le linee produttive della Jeep Compass a Melfi, della 500 elettrica a Mirafiori e del Ducato alla Sevel di Atessa. 

«La salute e la sicurezza dei lavoratori sono le priorità principali di Fca - spiega Pietro Gorlier, responsabile della regione EMEA di FCA -. Partendo dalle iniziative implementate per la loro sicurezza nelle fasi iniziali della diffusione della pandemia abbiamo lavorato con esperti del settore e con le organizzazioni sindacali, che ringrazio per la collaborazione, per rafforzarle con l'uso dei più avanzati strumenti di prevenzione e un forte impegno sulla formazione delle persone per la loro applicazione. Il funzionamento del nostro sistema industriale è ovviamente una parte fondamentale per il nostro Gruppo, come dimostrato dai 5 miliardi che stiamo investendo nel piano industriale triennale per l'Italia, ma non ammettiamo nessuna deroga alla sicurezza delle persone».

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