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Dopo aver conosciuto da vicino come si stanno evolvendo i sistemi di sicurezza attiva grazie a Intel, proseguiamo il nostro viaggio all'interno del mondo dell'infotainment per capire quali sono le sfide future della telematica di bordo sulle automobili.
Ad accompagnarci questa volta sarà Ludovico Fassati, già Amministratore Delegato di Cobra Telematics e oggi Head of Business Development and Strategy di tutto il Gruppo Cobra. Da Agosto 2014 infatti Cobra è passata al 100% nelle mani di Vodafone Group PLC.
Come è destinata a cambiare l'automobile con l'arrivo di sistemi di infotainment sempre più complessi e sofisticati?
«Come tutti anche io penso che in futuro tutte le auto saranno collegate e la guida diventerà sempre più automatizzata. Di conseguenza l'intrattenimento dei passeggeri sarà sempre più importante. Non solo video, musica, giochi e Facebook, ma anche lavoro, studio, cibo, sport e sonno. Con il crescere dell'innovazione tecnologica nei veicoli ci aspettiamo anche meno incidenti, meno traffico, più velocità e minori consumi».
Un tempo i sistemi multimediali erano riservati alle ammiraglie. Oggi li troviamo anche sulle citycar. Come si è arrivati a questa rivoluzione? Come si è riusciti a realizzare sistemi sempre più accessibili dal punto di vista dei costi?
«Grazie alla spinta evolutiva derivante dall'introduzione degli smartphone, il costo dell'hardware si è molto ridotto e le performance sono aumentate in maniera vertiginosa. Oggi l'attenzione si sposta sulla qualità e sulla affidabilità del software e conseguentemente dei contenuti. La qualità degli hardware per il mercato OEM (di primo impianto, ndr) rimane molto alta e l'affidabilità prevale sul costo. Nell'Aftermarket invece la componente costo ha un peso maggiore».
Tra Google ed Apple è in atto una vera e propria battaglia per stringere accordi con i diversi costruttori. Le cose stanno davvero così o c'è spazio per tutti?
«Credo che ci sia spazio per tutti. Ognuno si sta focalizzando sulla propria area di specializzazione. Secondo me Google e Apple hanno un obiettivo differente dal nostro. Attraverso la raccolta e l'analisi dei dati e facendo leva sulle nostre capacità end-to-end, Cobra/Vodafone vuole offrire numerosi servizi. Prima di tutto a chi si trova al volante o ai passeggeri, per esempio fornendo assistenza in caso di incidente e furto grazie al controllo in remoto del veicolo, con tecnologie geofencing e speedfencing. Alle Case auto invece potremmo fornire una serie di dati fondamentali come la velocità, la resistenza, la frenata, la manutenzione e la durata di funzionamento, mentre le compagnie assicurative potrebbero essere interessate ad avere informazioni sullo stile di guida, sulle frodi, ma anche per la ricostruzione dell'incidente, il recupero furti e la realizzazione di perizie. Anche le società di noleggio potrebbero trovare utili i nostri strumenti di analisi per esempio per tenere sotto controllo il valore dell'usato, la localizzazione dell'asset, il grado di usura, di manutenzione ed eventuali danni subiti. Le flotte poi ricaverebbero importanti vantaggi nell'efficienza gestionale, nella valutazione del bilancio, ma anche per monitorare i consumi di carburante e per migliorare l'informativa ai clienti. In definitiva credo che l'approccio di Google tenda prevalentemente ad arricchire il proprio database per affinare la profilazione degli individui/consumatori. Apple invece penso sia più interessata a portare il proprio software all'interno dei veicoli. Sullo schermo dell'auto in pratica avremo sempre più una copia del nostro smartphone».
“In futuro tutte le auto saranno collegate e la guida diventerà sempre più automatizzata”
I moderni sistemi di infotainment sono sempre più ricchi di potenzialità, alcune semplicemente inimmaginabili sino a poco tempo fa. Come affrontate il problema, che diventerà sempre più presente, della protezione dell'enorme mole di dati prodotta da queste tecnologie? Le grandi aziende sarebbero disposte a pagare a peso d'oro dati sui consumi e le abitudini degli automobilisti...
«Noi come Cobra arriviamo dal mondo automotive e questo ci ha sempre costretti a mantenere una qualità del prodotto, del servizio e del trattamento dei dati sensibili superiori ai nostri competitor. A nostro parere i dati sono di proprietà dell'utilizzatore finale (in questo caso il guidatore, ndr) e noi, solo con il suo consenso, li potremo utilizzare per offrire servizi aggiuntivi come il soccorso e l'assistenza. Anche in Vodafone in ogni caso abbiamo riscontrato una grandissima attenzione a questo genere di problematiche».
Come ha dimostrato la storia degli ultimi anni ogni sistema informatico, anche ad altissimi livelli, può essere vulnerabile. Auto sempre più connesse e tecnologiche,capaci di agire automaticamente anche su motore, cambio, freni, ecc., non rischiano di trasformarsi in un pericolo per gli automobilisti nel momento in cui dovessero essere prese di mira dagli hacker?
«Sì, questo è effettivamente un rischio anche se noi, come anticipato sopra, avendo l'intero controllo della catena, dalla box al servizio finale passando dalla connettività, siamo in grado di identificare immediatamente tentativi di intrusione o anomalie nei sistemi. Vodafone ha un team dedicato proprio a questo e una serie di software molto sofisticati volti a testare il nostro sistema anti-intrusione».
La tecnologia Car-to-X è la nuova frontiera dell'auto. Quando riusciremo a vedere veicoli in grado di comunicare tra loro, indipendentemente dalla tipologia e dalla marca del mezzo? Sarà possibile un dialogo tra auto e moto un domani, a favore della sicurezza?
«Le principali difficoltà che vediamo nel Car-To-X sono la connessione delle infrastruttire e l'impossibilità di avere la certezza che tutti i mezzi siano collegati. Basta un solo veicolo circolante non collegato pre creare enormi disagi. A mio parere ci sarà ancora tanto spazio per i sensori come quelli di frenata, parcheggio, ecc. Siamo costantemente alla ricerca di una soluzione e studiamo con attenzione le nuove App volte a ridurre i rischi per i motocisliti. Al momento pensiamo che le offerte sul mercato non risolvano il problema, anzi rischino di peggiorare le cose (spavento, frenata brusca, sterzata improvvisa, distrazione del motociclista, ecc.). Per questo stiamo lavorando ad un “progetto moto” che, oltre al recupero del mezzo in caso di furto, sia interamente focalizzato sulla sicurezza e che sappia garantire l'invio immediato dei soccorsi in caso di incidente oltre una certa stimata severità».
“Meglio un guidatore distratto ma assistito da comprovata tecnologia che uno un po' meno distratto ma privo di qualsiasi supporto tecnologico supplementare”
Le tecnologie dell'auto vigilano sempre più sulla guida dell'automobilista. Ormai l'auto frena da sola in presenza di un ostacolo, guida autonomamente in coda e con le telecamere vede nel buio ciò che l'occhio umano non potrebbe mai scorgere. Queste tecnologie non rischiano di diseducare gli automobilisti? "Posso distrarmi tranquillamente, per esempio per utilizzare il mio smartphone, tanto in caso di pericolo fa tutto la macchina"
«Anche io sono di questo parere ma le statistiche parlano chiaro. Allora meglio un guidatore distratto ma assistito da comprovata tecnologia che uno un po' meno distratto ma privo di qualsiasi supporto tecnologico supplementare».
Come si svilupperà il rapporto tra coi fornitori di servizi telefonici e trasmissione dati? saranno accordi casa per casa o paese per paese?
«Le grandi Case auto negozieranno loro il prezzo della connettività. Invece i clienti aftermarket preferiscono guardare al prezzo complessivo del servizio. Noi siamo aperti ad entrambe le soluzioni e a volte attraverso Cobra si ottengono tariffe migliori che andare direttamente dagli operatori telefonici. Vodafone ha investito parecchio negli ultimi anni creando una rete (GDSP) dedicata al “Machine 2 Machine” che garantisce grande introperabilità per i proprio clienti. Cobra è cliente di Vodafone già dal 2012, ovvero due anni prima dell'effettiva acquisizione».
Occorreranno nuove frequenze?
«A questo proposito so che in Vodafone ci sono diversi progetti ma non ho ancora avuto modo di approfondirli».
“Ci sono analisti che parlano di 50/100 miliardi di connessioni entro il 2020”
Come stanno reagendo i principali operatori che potrebbero vedere in questo segmento il futuro del loro business, visto che i margini su voce e sms si stanno sempre più assottigliando grazie al voip?
«I principali operatori mondiali si stanno attrezzando per affrontare l'importante sfida dell’internet of Things. Alcuni attraverso acquisizioni, come nei casi di Vodafone-Cobra e Verizon-Hughes. Altri grazie a grandi investimenti come hanno fatto Telefonica, Sprint e At&T. Altri ancora devono fare la prima mossa ma sono certo che nel giro di poco tempo faranno qualcosa. Ci sarà anche da vedere che ruolo avranno gli operatori asiatici e sudamericani».
Da un punto di vista di velocità di trasmissione dei dati, di sicurezza dei dati, di copertura si sta già lavorando? Quali sono le maggiori complessità?
«Secondo noi la principale complessità è la crescita esponenziale del numero di connessioni e la mole di dati trasmessa. È un mercato che sta esplodendo e ci sono analisti che parlano di 50/100 miliardi di connessioni entro il 2020!»