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Coronavirus, niente tornerà come prima: quante volte abbiamo sentito ripetere questa frase, come fosse un mantra per scacciare la pandemia?
A cambiare potrebbe essere l’aspetto delle nostre città, per la necessità di garantire la mobilità personale insieme al distanziamento sociale che ci accompagnerà nelle fasi di graduale rientro alla normalità: sarebbe una grande occasione per ridisegnare la mappa degli spostamenti urbani, coinvolgendo nuove forme di mobilità e ponendo un argine all’uso delle quattro ruote private come esclusivo e senza alternative.
«Stiamo studiando come privilegiare il trasporto in bici o con mezzi dolci come il monopattino - ha detto Virginia Raggi parlando della Fase 2 - anche per far tornare centrale il trasporto pubblico».
Per chi conosce Roma, è davvero una bella sfida: il traffico con i suoi tentacoli è capace di strangolare la Capitale e l’offerta di trasporto pubblico resta deficitaria rispetto alle necessità.
Eppure ci si prova: Atac (la società che gestisce il trasporto urbano su gomma e rotaia a Roma) punta ad un servizio regolare ed efficiente, nel rispetto delle norme che prevederebbero non più di 20 passeggeri, e tutti seduti, per ogni vettura e per questo inizierà a breve simulazioni su bus e metropolitane.
«Stiamo programmando i conta- passeggeri e lavorando con alcuni operatori telefonici per avere in forma anonima i dati di traffico e aumentare le corse sulle linee più frequentate», ha detto ancora la sindaca.
Ad essere privilegiate nella Fase 2 saranno anche altre forme di mobilità: «Per evitare che la città torni ad essere invasa dalle auto - ha rivelato Virginia Raggi - stiamo lavorando su alcune direttrici, come il trasporto attraverso bici o monopattini».
Nella Capitale si punta a realizzare corsie ciclabili, per esempio sui controviali delle strade consolari o delle arterie più ampie, dedicate alle due ruote; non a caso, dal Campidoglio è arrivata anche la richiesta al Governo di riaprire in fretta i negozi di bici e di incentivare l'acquisto dei modelli a pedalata assistita.
Roma presto Città (ri)Aperta, dunque? Andiamoci cauti: «A Wuhan, appena hanno riaperto, sono tornati i contagi. Una ricaduta sarebbe terribile: non bisogna illudersi che il 4 maggio saremo tutti in strada».
Anche Giuseppe Sala si prepara alla riapertura della sua città: l’effervescente immagine di Milano in un paio di mesi è cambiata, annichilita da strade spettrali, traffico azzerato e mezzi pubblici senza passeggeri.
Anche in austero caso, però, la parola d'ordine è prudenza, ponendo la massima attenzione ad evitare affollamenti, magari trovando soluzioni nuove.
«Possiamo limitare l'accesso alle stazioni del metrò - ha detto il sindaco di Milano - quando vediamo che l'afflusso è eccessivo, o disegnare cerchi sul pavimento per indicare la distanza da tenere: in questa fase, possiamo anche tenere sospese Area B e C; ma c’è bisogno di indicazioni chiare dal Governo. Si parla della possibilità che sui mezzi si possa stare solo seduti e a distanza: vorrebbe dire una capacità ridotta al 15% rispetto ai normali orari, soprattutto se si potrà stare solo seduti».
Tra le proposte più care al sindaco, quella di incentivare di più lo sharing dei veicoli, «in particolare di bici e scooter elettrici».
Dall'Automobile Club Milano arriva la proposta di mettere a disposizione tutti i parcheggi a prezzi scontati, che pare studiata per mettere un argine all'intenzione di Palazzo Marino di puntare sulla mobilità dolce, aumentando le piste ciclabili e prevedere che le due ruote possano anche muoversi contromano, su percorsi delimitati, rispetto al flusso dei veicoli a motore.
La GTT (Gruppo Torinese Trasporti) punta sulla tecnologia per sostenere il trasporto pubblico nella fase posti Covid-19: sarà gestito da una app il servizio di prenotazione del posto a bordo di un mezzo per di chi deve tornare in ufficio e soprattutto in fabbrica, in collaborazione con i mobility manager, non solo del gruppo FCA, ma di tutte le imprese legate all’universo ex-Fiat, che ha linee dedicate per portare da casa al lavoro i dipendenti, valutati in circa diecimila dipendenti.
«Stiamo affrontando la questione a partire dalla cosiddette “storiche” linee speciali per gli stabilimenti che oggi, ripensate in termini di orari, percorsi, fermate, modalità di accesso e di prenotazione, possono diventare una risorsa. Dobbiamo riuscire a far coincidere di nuovo domanda e offerta in condizioni assolutamente inedite».
In pratica, nella Fase 2 per usare le linee speciali occorrerà prenotare il posto, per limitare l’affollamento entro i limiti permessi dal distanziamento sociale e dal contenimento del Covid-19; inoltre, i bus potrebbero venir dotati di dispenser per l’igienizzante e distributori di mascherine.