Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
Con l'aumentare dell'attenzione mediatica nei confronti della Formula 1, diversi circuiti storici si stanno affrettando a siglare accordi a lunghissimo termine per evitare di uscire da un calendario in rapida espansione. L'ultimo caso in ordine di tempo è quello del Gran Premio d'Australia a Melbourne, che resterà nell'agenda del Circus addirittura fino al 2035. Merito di un contratto su base decennale che prevede un restyling del circuito di Albert Park, impiegato per la prima volta dalla F1 nel 1996. Il rinnovo del GP d'Australia è un'ottima scusa per andare a riavvolgere il nastro e scoprire cinque momenti memorabili della storia di questa gara.
Correva l'anno 1997 quando Jean Alesi, all'epoca alla Benetton, si ritrovò senza poter utilizzare la radio durante il GP d'Australia. Il suo team, per comunicargli di fare rientro ai box, utilizzò la pit board, ma il francese decise di ignorare ripetutamente la chiamata della propria squadra. Dopo cinque giri, la sua B197 si ammutolì mentre si trovava in seconda posizione. Il motivo era molto semplice: aveva finito la benzina. Così come capitò all'epoca allo storico commentatore britannico della F1, Murray Walker, non possiamo fare a meno di chiederci che cosa possa aver detto Flavio Briatore, numero uno della Benetton ai tempi, ad Alesi all'arrivo al box di quest'ultimo. Forse è meglio non saperlo, dopotutto.
Melbourne vanta una lunga tradizione come GP inaugurale dell'anno, e figura, di conseguenza, come gara del debutto di buona parte dei piloti approdati in F1 negli ultimi 25 anni. Alcuni di loro riuscirono addirittura a lasciare il segno, con un podio all'esordio in Formula 1. Nel 1996 Jacques Villeneuve, al volante di una dominante Williams FW18, colse la pole position e condusse buona parte della gara, prima di lasciare il comando al compagno di squadra Damon Hill per via di una perdita d'olio. ll secondo posto del figlio d'arte canadese fu presagio dell'iride che avrebbe colto l'anno successivo.
Esattamente come sarebbe successo una decina d'anni più tardi a Lewis Hamilton, terzo nel GP di esordio in Australia alle spalle di Kimi Raikkonen - destinato a diventare campione del mondo con la Ferrari a fine anno - e Fernando Alonso, compagno di squadra con cui avrebbe intessuto una rivalità esplosiva. Il mondiale, così come per Villeneuve, sarebbe arrivato la stagione successiva. Ma, a differenza di Jacques, Lewis ha azzeccato un cambio di casacca che all'epoca parve a molti scellerato. Decisamente meno gloriosa, nonostante le premesse, è stata invece la carriera in F1 di Kevin Magnussen, secondo al debutto assoluto con la McLaren nel 2014. Quel podio a Melbourne è rimasto l'unico in carriera, almeno finora.
Nel 2002, Ralf Schumacher prese alla lettera il monito di partire come un razzo. Rubens Barrichello, scattato dalla pole, frenò anticipatamente alla Brabham e il minore dei fratelli Schumacher lo colpì con un'angolazione tale da far decollare la sua Williams e scatenare il panico dei piloti alle sue spalle. Michael Schumacher e Kimi Raikkonen si gettarono nell'erba per evitare incidenti, mentre Giancarlo Fisichella finì per urtare le Sauber di Nick Heidfeld e Felipe Massa, scatenando un maxitamponamente in cui finirono invischiati anche Jenson Button, Olivier Panis e Allan McNish. Fortunatamente, nessuno si fece male. Ma l'immagine della Williams di Schumacher che sfiora il casco di Barrichello suscita brividi anche oggi, a 20 anni da quell'incidente.
La partenza del 2002 non è nulla in confronto al volo tremendo spiccato da Fernando Alonso nel 2016 dopo un contatto con la Haas di Esteban Gutierrez a 300 km/h. La McLaren del due volte campione del mondo si librò in aria e, dopo un primo schianto contro le barriere, cominciò a girare su stessa, fino a terminare la propria corsa capovolta. Nonostante lo schianto da 46G, Alonso fu in grado di uscire come un gatto dalla sua monoposto, anche se visibilmente scosso da quanto accaduto. Gli spettatori non videro la dinamica dell'incidente fino al momento in cui Fernando uscì quasi incolume dalla propria vettura.
Avremmo potuto includere diverse vittorie nei cinque momenti più memorabili della storia di Melbourne, ma preferiamo ricordare una delle pagine più felici di una realtà di casa nostra, la Minardi. Il GP d'Australia 2002 vide il debutto di Mark Webber, australiano doc che fece il suo ingresso nel Circus proprio con il team di Faenza. Webber riuscì a superare indenne la carneficina della partenza di cui vi abbiamo parlato pocanzi, ed entrò in zona punti approfittando di un problema tecnico occorso sulla McLaren di David Coulthard. Sul finale della gara, Webber fu protagonista di una lotta talmente accesa con Mika Salo da indurre quest'ultimo a un testacoda. Concludere il primo GP della carriera a punti, in un'epoca in cui solo i primi sei ne coglievano, fu una vera e propria impresa per Webber e per la Minardi. Tanto da consentirgli una passerella da rockstar sul podio. Non era giunto nei primi tre, ma quel quinto posto valeva come una vittoria.