F1, Gp Belgio 2016: le ultime nuove da Spa

F1, Gp Belgio 2016: le ultime nuove da Spa
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Le ultime notizie dal paddock di Spa direttamente dal nostro inviato in Belgio, Paolo Ciccarone
27 agosto 2016

Vettel a luci rosse alla radio

Non è la prima volta che Sebastian Vettel urla via radio la propria rabbia, lo ha fatto in maniera plateale e violenta in Russia quando fu tamponato due volte al via e in altre occasioni, il venerdì in Belgio ci ha riprovato e qualche piccolo beeep si è sentito, poi sabato mattina, con Magnussen che gli ha tagliato la strada, Sebastian ha sbottato dandogli dell’idiota totale, per due volte, e mettendoci l’ennesima parolaccia che è stata censurata. In teoria è vietato dirle alla radio, visto che le comunicazioni vengono poi trasmesse a caso dalla regia internazionale, ma qualche anno fa fece scalpore Alonso che diede degli scemi (o geni a seconda di chi ha diffuso il suo verbo) e oggi si ride degli smoccolamenti di Vettel, dimenticandosi che quando un pilota come lui diventa nervoso e sbrocca vuol dire che qualcosa non funziona. Non tanto nella macchina, quanto nella testa di chi guida…

La Pay TV in Spagna è un flop

Si muovono con la decisione di truppe scelte, allestiscono set, telecamere, giornalisti, inviati ed altro ancora. Quelli di Movistar nel paddock si fanno notare, così come le altre TV che trasmettono la F.1. Solo che in Spagna il sistema di trasmissione via cellulare sta creando non pochi problemi, visto che oltre ai costi dei diritti TV Movistar include anche servizi di telefonia. Quanto sia appetibile la F.1 in Spagna, al di là della crisi di Alonso e delle sue corse nelle retrovie, lo danno gli indici di ascolto, che a malapena raggiungono i 43 mila ascoltatori. Avete letto bene: 43 mila!!! In chiaro facevano dai 5 ai 6 milioni di ascolto (vabbè, Alonso vinceva con la Ferrari) ma il tonfo è il segnale del perché la F.1 si sia suicidata con scelte folli: i team hanno preso i soldi dei diritti TV (e ne hanno presi tanti) ma ci hanno perso in visibilità e promozione dei propri sponsor.

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L’Eau Rouge non è più l’università della F.1

E’ bastato andare alla Eau Rouge durante le prove libere del venerdì mattina per sentire chi faceva la curva in pieno e chi no. Ebbene, mentre una volta i piedoni ci provavano solo in qualifica e negli ultimi minuti, adesso anche l’ultimo della F.1 la faceva in pieno fin dal primo giro di pista. “Mi ricordo ai miei tempi che quando arrivavi lì dovevi stringere le chiappe, vedevi il muro a 20 centimetri, poi gli alberi e pensavi a conservare la pelle” dice oggi Johnny Herbert che fa il telecronista per la TV inglese. “Mi ricordo anche che Zanardi mi disse che lui l’avrebbe fatta in pieno. Infatti ci andò dentro deciso e il risultato fu che fece un botto della malora, con la macchina distrutta! Incredibile che non si ruppe nulla, ma ricordo la botta perché gli ero dietro e mi dissi oddio ora si ammazza. Le macchine di oggi sono facili da guidare, forse lente ma ai miei tempi lì sopra se avevi gli attributi li tiravi fuori. Non era un caso che Senna ci passava in pieno solo in qualifica all’ultimo giro, oggi ci passano tutti. Se ti metti casco e tuta secondo me la fai pure tu che scrivi l’articolo”. Grazie per la considerazione ma andare a 320 all’ora in salita lì è sempre questione di rispetto, anche se oggi guidano tutti veloci: “Ma no è una generazione di piloti che si lamentano sempre. Le gomme non vanno bene? Fanno aquaplaning e incolpano la Pirelli? Ma sul bagnato le gomme fanno per forza aquaplaning! E’ normale che sul bagnato oltre un certo punto non hai aderenza. Mica eravamo fessi noi che le guidavamo senza servosterzo e senza controlli di trazione come invece accade oggi con tutte le cose elettroniche che hanno a bordo. Per me dovrebbero lamentarsi meno e divertirsi di più”.

Ferrari gioca gli assi interni

Da quando James Allison se ne è andato la gestione tecnica è passata a Mattia Binotto e in pista a Spa sembra che le cose vadano bene ma a Maranello, non riuscendo a portare a casa tecnici di valore da altri team, hanno promosso non solo le secondo linee ma anche le terze. Ora il responsabile aerodinamico è Enrico Cardile con David Sanchez responsabile della fluidodinamica del veicolo. Loic Bigois (ex Prost e Toyota F.1) è invece a capo della galleria del vento. Si tratta di persone, Bigois a parte, che hanno un percorso professionale interno alla Ferrari, per cui è possibile che abbiano qualche difficoltà nel mettere a punto le cose al posto giusto, almeno in un fase iniziale, per cui a questi ragazzi va dato il tempo per crescere e imparare e si impara anche sbagliando, quindi inutile prendersela per eventuali errori. In parole povere, fateli lavorare e crescere.

Alliot da bombarolo a telecronista

In F.1 lo chiamavano il bombarolo perché quando Philippe Alliot correva spesso incappava in incidenti spettacolari e non era certo un tenero. Ora vive in Belgio e fa il telecronista per la TV locale: “Sono un transfuga francese – dice – mi sono trasferito all’estero anche se poi sono solo 100 km da casa mia. Vivo in Belgio e la TV locale mi ha chiesto di dare una mano durante il week end. Per fortuna che ho qualcosa da fare perché non mi sono mai annoiato tanto in un paddock di F.1. Non c’è niente da vedere, niente da fare, nessuno con cui parlare, una noia mortale. Mi faccio i commenti in cabina e il dopo prove dallo studio, se non fosse stato per questo dopo due ore sarei già scappato”. Ora cosa fai di bello? “ho delle attività mie private, investo, faccio business, ma seguo ancora il gruppo di anziani piloti di F.1, visto che ora sono anziano a tutti gli effetti!”. In che consiste l’attività di anziano pilota? “Mah, ti dirò, sono stato poco tempo fa a Maranello insieme ad altri, c’era pure Patrick Tambay che non sta molto bene, ci hanno ospitato nella gestione sportiva, ci hanno fatto visitare i vari reparti, il nuovo reparto corse, è stato davvero molto bello e interessante, incredibile quello che si fa oggi per la F.1, mi è piaciuto molto il museo, fantastico, c’erano dei pezzi unici incredibili, la storia della F.1 è lì, mi spiace non aver corso con la Ferrari, ma essere parte di questa storia deve essere incredibile davvero”. Bello allora ritrovarsi dopo tanto tempo…”Ah, dimenticavo, io mica facevo incidenti, non ho mai combinato niente di grosso, io. Semmai erano gli altri che mi venivano addosso perché non li facevo passare, quindi escludo di essere stato un bombarolo. Al massimo sfortunato perché mi prendevano dentro… ahahahaha”.

C’era una volta lo scherzo in F.1

Incontrando vecchie glorie della F.1 come Herbert o Alliot sono tornati alla memoria alcuni scherzi epici che si facevano fra loro. Ad esempio Herbert era solito fare la pipì in macchina quando doveva essere usata dal compagno di squadra (all’epoca si faceva, diventava il muletto del team). Hakkinen e Zanardi spesso si ritrovavano l’abitacolo pieno di urina e nei pochi minuti delle prove a disposizione non potevano fare molto se non tapparsi il naso. Uno che aveva invece l’abitudine di fare la pipì nei caschi dei compagni di squadra era Cheever che nel motor home non trovava niente di meglio da fare mentre Nannini se la prendeva coi compagni in vari modi. A Morbidelli, ad esempio, che era tutto pulitino e perfettino, aveva messo del pesce marcio all’interno del casco fra imbottitura e calotta. Inutile parlare della puzza per il povero Gianni che a momenti soffoca. Mentre con De Cesaris, Alex aveva trovato un altro modo, metteva i calzini usati e sudati nel casco (variante usata ancora con Morbidelli). Berger era tremendo e ad Alesi ne ha combinate di tutti i colori, dal casco puzzolente alla macchina bagnata di pipì o al passaporto buttato fuori dall’elicottero insieme alla valigetta dei documenti di Senna. Oggi non è più possibile fare nulla. C’è un addetto per i caschi e le visiere, uno per la tuta e le scarpe, tutto deve essere in regola con i contratti del team. Ma questi piloti si divertono ancora?

Toro Rosso spaccata sul terremoto

Da un lato c’è che la Toro Rosso ha la sede a Faenza e molto personale del team è italiano, dall’altra la proprietà è austriaca così come la dirigenza, fatto sta che per il terremoto che ha colpito il centro Italia molti ragazzi di Faenza volevano esternare in modo chiaro e netto la vicinanza alle popolazioni colpite, anche perché nel 2012 furono loro a sentire le conseguenze del terremoto di Mirandola e zone limitrofe. Ci si è limitati a una coccarda nera facoltativa invece che a un segno tangibile ed evidente da parte del team. La discussione è stata molto accesa e gli italiani sono stati zittiti in qualche modo quando hanno ricordato che il team è multinazionale, che ci sono sponsor giapponesi, indonesiani, indiani e altro ancora e ogni nazione ha avuto problemi simili negli ultimi tempi…

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