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Nuova stangata in arrivo per il settore automotive?
E’ quel che si prospetta a Bruxelles, dove il Parlamento Europeo dovrà esprimersi in merito alla istanza avanzata da alcuni membri della Commissione Ambiente di portare dal previsto 40% al 60% ora proposto il taglio sulle emissioni di CO2 entro il 2030.
Un’accelerazione forte, che ha già messo in allarme l’intero comparto produttivo legato all’auto, giustificata dalla necessità di rendere ancor più veloce ed irreversibile il processo che dovrebbe portare entro il 2050 - obiettivo già indicato dal Parlamento Europeo - ad un continente ad “emissioni zero“.
Malgrado le pressioni del mondo industriale, dunque, l’Europa della politica sembra tirare dritto sulla strada intrapresa: caduto nel nulla l’appello a congelare gli obiettivi di riduzione delle emissioni previsti per quest’anno causa pandemia (che indicano in 95 g/km la media di CO2 prodotta, pena pesantissime sanzioni), ora si profila per i costruttori un altro impegnativo traguardo tecnologico da raggiungere, vale a dire l’ulteriore riduzione delle emissioni di quasi il 40% entro dieci anni rispetto agli standard attuali.
E sono di poca consolazione le parole di Pascal Canfin, presidente della Commissione Ambiente dell'UE, che in una dichiarazione al Financial Times ha aperto alla possibilità di un compromesso, in fase di votazione prevista entro ottobre, al 55% rispetto al 60 proposto.