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Le vendite azzerate o quasi degli ultimi mesi in tutta Europa, ma anche la circolazione privata ridotta al lumicino, si traducono oltre che nella crisi per il mondo produttivo legato al settore automotive, anche in un vero collasso per la fiscalità dei diversi Stati.
Dal mondo dell’auto, secondo i dati diffusi da Acea, l’Associazione europea dei produttori, deriva un gettito fiscale gigantesco, valutato in oltre 440 miliardi di euro per lo scorso anno solare, gettito, equivalente a oltre due volte e mezzo il bilancio totale dell'Unione Europea.
In particolare, nel 2019, le tasse automobilistiche hanno fatto incassare 440,4 miliardi di euro, il 3% sul 2018, con i cinque major market a far la parte del leone: in Germania si sono generati 93,5 miliardi di euro di gettito fiscali, in Francia 83,9, in Italia, 76,3 miliardi, nel Regno Unito 54,1 miliardi ed in Spagna 30 miliardi.
Il computo delle entrate fiscali di Acea comprende più voci: non solo i dati relativi alle varie tasse che si accompagnano all'acquisto di nuovi veicoli (imposta sulle vendite, IVA, tasse di immatricolazione), ma anche quelli relativi alla loro proprietà (imposta di circolazione annuale, tassa di circolazione) oltre che alla imposte ed accise che si pagano quando si fa rifornimento di carburante.
«I dati presenti nel nostro rapporto - ha commentato Eric-Mark Huitema, direttore generale di Acea - dimostrano l'importanza dell'industria automobilistica in Europa: è fondamentale per il buon stato generale dell'economia europea, ed in particolare per i bilanci pubblici, che si possa rilanciare con successo il nostro settore, una volta superata la crisi del Covid-19».