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Tanto tuonò che piovve: la Commissione Europea ha deciso di introdurre nuovi dazi (leggi: tasse d'importazione) a tutte le auto elettriche prodotte in Cina che verranno messe in vendita nello spazio economico europeo a partire da luglio. Questo si aggiunge ai dazi già esistenti del 10% per tutte le auto (elettriche e non) che sono prodotte fuori dall'Europa. Era una decisione annunciata da tempo che attendeva solo i risultati (per altro scarsi e preliminari) di un'indagine volta a conoscere se, putacaso, i costruttori cinesi abbiano goduto di "aiutini" da parte dello Stato per energia, ricerca e sviluppo, finanziamenti a fondo perduto, accesso a materie prima. Insomma, soldi a profusione per aiutare a tenere i prezzi più bassi del mondo e fare concorrenza considerata sleale a tutti gli altri carmaker.
Ancora non è certo se i nuovi dazi finiremo per pagarli noi consumatori, con un aumento dei prezzi generalizzato, oppure se le Case cinesi presenti in Europa se ne faranno carico; probabilmente si arriverà ad una soluzione di compromesso, anche perché le cifre non sono uguali per tutti. I costruttori del Dragone sono stati divisi fra quelli “collaborativi”, che hanno cioè fornito dati alla Commissione d’inchiesta europea e altri più reticenti o non collaborativi. Per esempio BYD è stata “premiata” con un +17,4% di tasse, mentre Geely riceve un aggravio del 20% ma SAIC (di proprietà dello Stato) si becca addirittura il 38%, come la vecchia IVA sulle auto di lusso di buona memoria. Gli Stati Uniti hanno fatto una scelta più coraggiosa, tassando del 100% tutte le auto elettriche di importazione cinese, di fatto buttandole fuori dal mercato. Fra i costruttori non cinesi coinvolti ci sono almeno due casi clamorosi: BMW (che produce in Cina le Mini) e Tesla (con la Model 3) sono considerate "cinesi" ma collaborativi, quindi vai col 20% in più di tasse d'importazione. Anche Leapmotor che ha un accordo con Stellantis, vedrà probabilmente cadere la mannaia dei dazi aumentati, a meno che non vengano "prodotte" (virgolette d'obbligo) a Mirafiori. Ci si aspetta naturalmente qualche reazione da parte del ministero del commercio cinese, che è famoso per le sue vendette "trasversali", per esempio l'aumento spropositato delle tasse sui liquori francesi in seguito ad un provvedimento unilaterale che esclude dai sussidi le auto cinesi. Ma alcune contromosse ancora più efficaci sono già in corso: molti costruttori cinesi stanno facendo shopping di vecchie fabbriche o aree dismesse in Europa per aggirare il problema.