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I numeri valgono più delle parole: la fase di transizione verso la mobilità elettrica è sotto i nostri occhi.
L’ultimo censimento degli impianti europei dove si producono elementi per la mobilità elettrica riporta come siano ormai ben 96 le strutture, rispetto alle 91 dello scorso anno, del Vecchio Continente (comprese Russia e Turchia) dove si montano motori, trasmissioni e tutte le componenti presenti sulle vetture elettriche.
La mappa di quest'anno comprende il nuovo impianto Daimler costato di 500 milioni di euro a Kamenz, in Germania, dove a partire dal 2018 produrrà sistemi di batteria per le unità di stoccaggio Mercedes-Benz e sistemi a 48 volt.
Sarà la seconda fabbrica di batterie agli ioni di litio a Kamenz, che appartiene alla controllata Daimler Accumotive.
Daimler ha anche annunciato l’avvio della produzione di sistemi di batteria e moduli elettrici per gli assi anteriori e posteriori nella fabbrica a Untertuerkheim, ancora Germania, componenti che verranno utilizzati per i modelli dal nuovo brand elettrico EQ.
Lo sforzo Daimler è intensificato dalle valutazione degli esperti che ormai calcolano come entro il 2025 le vetture elettriche rappresenteranno il 15% delle vendite nelle ipotesi più caute, per arrivare addirittura al 25% in quelle più trionfalistiche.
Il più grande produttore europeo di auto. il gruppo Volkswagen, continua ad avere la maggiore capacità produttiva in Europa, con tredici impianti, quattro dei quali in Germania; al secondo posto per numeri di impianti c’è il Gruppo Renault-Nissan, che grazie anche alla partnership con la russa AvtoVAZ, vanta undici 11 strutture.
In forte crescita il gruppo PSA: la sua rete contava cinque impianti, ma ora arriva a dieci dopo l’operazione di acquisizione di Opel/Vauxhall.
La filiale europea di General Motors dispone di due stabilimenti in Germania e uno in Austria, Ungheria e Polonia.