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Il tema della riduzione dell’inquinamento resta centrale nell’agenda della Commissione Europea, che dopo la prima serie di consultazioni effettuate lo scorso con aziende e stakeholder, ha formalmente avviato la seconda fase procedurale in vista della stesura dei prossimi protocolli relativi alle norme sulle emissioni dei veicoli.
Questo secondo ciclo di incontri, che nel calendario è previsto si concluda il 20 novembre, prevede l’audizione da parte della Commissione di tutti i gruppi aventi interesse nella materia, sia rappresentanti degli Stati membri, autorità locali ed ancora aziende dell'industria del settore automotive, ma anche associazioni dei consumatori e privati cittadini.
L'argomento vede ovviamente le Case molto sensibili: sul tema, la stessa Acea (l'Associazione di categoria europea) proprio nei giorni scorsi ha inviato una comunicazione ufficiale ai rappresentanti europei chiedendo una proroga dei tempi già stabiliti per l'entrata in vigore di nuovi standard all'interno della Euro6.
La sessione di audizioni dello scorso marzo aveva coinvolto circa settanta soggetti: la principale richiesta emersa dai colloqui riguardava la necessità, ancora prima di procedere a stilare la nuova regolamentazione sulle emissioni, di avere una valutazione attenta e rigorosa degli effetti prodotti dal protocollo Euro6, per verificare fino che punto siano stati raggiunti gli obiettivi di abbattimento degli inquinanti e di miglioramento della qualità dell'aria.
Anche se non esiste una data relativa all’entrata in vigore dell’Euro7, non è un segreto che la Commissione vorrebbe che il regolamento relativo venisse approvato entro la fine del prossimo anno; la stessa Commissione ha già fato sapere di valutare come “non sufficienti a garantire il raggiungimento degli obiettivi fissati dal Green Deal per il 2050 gli attuali regolamenti Euro6“, soprattutto per la difficoltà di garantire gli standard emissivi di un veicolo per l’intera durata del suo ciclo d’uso.
Sono diverse le opzioni sul tavolo della Commissione: una revisione semplificata dell'Euro6, con uno standard unico per auto, furgoni, camion e autobus: una seconda ipotesi, oltre alla prima prevederebbe standard più severi e l'introduzione di limiti per inquinanti attualmente non regolamentati; infine, una terza possibilità riguarderebbe l'introduzione di controlli sulle emissioni per l'intero ciclo di vita del veicolo, con i dati registrati da sistemi installati a bordo, verificati da un organo di sorveglianza e da specifici test sui veicoli per valutarne la conformità.