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Secondo una relazione pubblicata dalla Corte dei conti europea, gli attuali veicoli emettono la stessa quantità di anidride carbonica delle vetture di 12 anni fa.
Nel 2010, con il regolamento sulle emissioni di CO2 delle auto, l’UE ha fissato un obiettivo per quanto riguarda le emissioni medie delle autovetture di nuove immatricolazione. Infatti, ogni costruttore è tenuto a dichiare le emissioni di ogni veicolo con un certificato di conformità e, nel caso in cui non dovesse rientrare negli obiettivi, la casa automobilistica deve pagare un’indennità.
“La rivoluzione verde dell’UE può compiersi solo se si riducono di molto i veicoli inquinanti, ma si tratta di una grande sfida. Una riduzione reale e tangibile delle emissioni di CO2 prodotte dalle auto non sarà realizzabile finché prevarranno i motori a combustione, ma allo stesso tempo elettrificare il parco auto dell’UE costituisce un’impresa impegnativa”
Pietro Russo, Membro della Corte
Secondo la relazione, le emissioni reali prodotte dalle auto tradizionali costituiscono quasi tre quarti delle immatricolazioni dei nuovi veicoli: le auto diesel sono rimaste costanti e, per quanto riguarda le vetture a benzina, le emissioni sono diminuite in modo marginale (-4,6%). Infatti, il progresso tecnologico in termini di efficienza del motore è controbilanciato dall’aumento della massa dei veicoli (in media +10%) e della potenza dei motori (in media +25%), rendendo le emissioni di CO2 quasi uguali alle vetture di oltre un decennio fa.
A seguito del Dieselgate, nel settembre 2017 è diventato obbligatorio un nuovo ciclo di prova in laboratorio e, nonostante non abbia azzerato il divario tra le emissioni di laboratorio e quelle reali, i dati confermano che le emissioni reali di CO2 tendono a essere molto superiori a quelle registrate nel ciclo WLTP.
Nel rapporto, anche le vetture ibride registrano dei valori superiori e, nel tentativo di riflettere meglio la situazione reale, le proporzioni tra l’uso del motore elettrico e di quello a combustione interna saranno riadattate solo a partire dal 2025 (fino ad allora, le vetture ibride Plug-In saranno considerate vetture a basse emissioni e i costruttori continueranno a beneficiare dei vantaggi di avere veicoli classificati a “basse emissioni").
Secondo la Corte, solo i veicoli elettrici (che sono passati da un veicolo ogni 100 nuove immatricolazioni nel 2018 a quasi uno su sette nel 2022) hanno trainato la riduzione della media delle emissioni di CO₂ reali degli ultimi anni. Tuttavia, la strada da percorrere è dissestata, in quanto l’UE incontra notevoli difficoltà nell’accelerare la diffusione dei veicoli elettrici.
La Corte ha espresso preoccupazioni sia per l’accesso alle materie prime per costruire un numero sufficiente di batterie, sia per l’inadeguatezza delle infrastrutture di ricarica (il 70 % di tutte le stazioni di ricarica nell’UE è concentrato in soli tre paesi: Paesi Bassi, Francia e Germania).
Infine, nel report viene anche menzionata l’accessibilità economica delle vetture elettriche, le quali potrebbero non essere acquistate dai consumatori per un prezzo troppo alto rispetto alle vetture a combustione, preferendo di mantenere più a lungo i loro vecchi veicoli inquinanti.